Lasciamo da parte le misure cautelari della società civile e mettiamo il punto su quelle urgenti, a cui la chiesa istituzionale deve mettere mano per evitare queste mostruosità nel futuro immediato in cui si gioca la sua stessa sopravvivenza.
Perché se è vero che le porte degli inferi non prevarranno, potranno sempre prevalere le violenze sui minori a screditare un messaggio evangelico già messo abbastanza da parte in questi 20 secoli di civiltà cattolica e poco cristiana.
Allora cominciamo ad arruolare operai per le messi, non pastori, forti nella fede e nel carattere, umano e morale, permettiamo di abbandonare per chi lo desidera il celibato, diamo ai laici la possibilità di esercitare la parola dal pulpito e altre funzioni di collaborazione coi preti, apriamo le porte alle DONNE, che sarebbe come aprirle a Cristo, facciamole sacerdoti e ritorniamo alle prime comunità in cui il loro ruolo era importante.
Chiudiamo i seminari così come sono strutturati, che sembrano più che altro istituti legalizzati alla castrazione chimica ove si esercita la repressione delle tempeste ormonali in maschi che difficilmente possono reprimerla. E le conseguenze poi si vedono nel loro rapporto col mondo esterno una volta usciti da quelle segregazioni.
Siamo chiesa, comunità, aperta non club esclusivo: tutti ne dobbiamo fare parte, senza requisiti particolari che non sia quello della disposizione al servizio fraterno.
ad minora delabimur
Canicatti,2021,luglio,21