Sinodo e donne

Come al solito, il Sinodo, su un tema centrale come il ruolo della donna nella chiesa, ha detto tante cose come don Abbondio a Renzo:

-Ma mi spieghi una volta cos’è quest’altra formalità che s’ha a fare, come dice; e sarà subito fatta.

– Sapete voi quanti siano gl’impedimenti dirimenti?

Che vuol ch’io sappia d’impedimenti?

– Error, conditio, votum, cognatio, crimen, Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, Si sis affinis,… – cominciava don Abbondio, contando sulla punta delle dita.

– Si piglia gioco di me?- interruppe il giovine.

– Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?

– Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa.

– Orsù!…

– Via, caro Renzo, non andate in collera, che son pronto a fare… tutto quello che dipende da me.

Possibile adesso sostituire Renzo con Donne, e avrete le conclusioni del Sinodo sulla questione femminile nella chiesa.

Chiacchiere da sacrestia e fumo d’incenso, un papa che sa che la questione andrebbe risolta a favore delle donne con una sola parola, e non lo fa rimandando ai posteri l’ardua sentenza, scritta già nel vangelo ma rifiutata dalla gerarchia cattolica vaticana come fosse fumo di satana.

Ma così facendo la stessa Chiesa si sta condannando alla auto dissoluzione e all’implosione su stessa, alla faccia delle parole che non passeranno.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.