Sedotti e tiranneggiati

La seduzione dell’uomo forte

Il nostro cervello è un Giano bifronte, dovuto al suo sviluppo evolutivo che ha visto nel corso dei millenni le zone arcaiche della nostra corteccia essere messe sotto dalla neocorteccia.

Quindi le funzioni neocorticali sono sovrapposte a quelle del sistema limbico molto più antico.

Così siamo pronti a riconoscere l’altro da noi come uno di noi o uno che non è dei nostri.

Educati alla appartenenza alla tribù, alla comunità, allo stato cui apparteniamo, di fronte ad una persona possiamo così reagire d’istinto come non appartenente a noi, e subito però accettarlo per via degli influssi culturali, educativi emozionali che abbiamo ricevuto nella nostra formazione sociale.

Quindi, se in una persona mai vista realmente noi riconosciamo un soggetto forte e carismatico, questa sensazione spesso è dettata dal nostro sistema limbico modulato dalla neocorteccia che agisce sotto gli influssi culturali, propagandistici, razionali elaborati dalla nostra circonvoluzione dominante che ci fa sembrare tale colui che magari non è.

Possiamo dire che mentre progettiamo di andare su Marte, il nostro sistema limbico che dirige le nostre emozioni è ancora fermo a quello dei primati.

Per fortuna abbiamo la neocorteccia che lo modula, ma che a sua volta è influenzata dai manipolatori esterni, pubblicità, politica, mass media, social, che ne pregiudicano il giudizio finale.

E ci fanno accettare come uomini della provvidenza sia Hitler che berlusconi.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.