PAROLA DI DIO E DOTTRINA DEGLI UOMINI

PAROLA DI DIO E DOTTRINA DEGLI UOMINI
di fra Alberto Maggi, osm – Direttore Centro Studi Biblici “Giovanni Vannucci” – Montefano
Incontro biblico tenuto a Cuneo il 30-31 maggio 2009
trasposizione da audioregistrazione non rivista dall’autore…

Con Gesù, abbiamo visto ieri più volte che Dio non è più il traguardo dell’esistenza dell’individuo, ma è l’inizio. Allora Gesù dice: siate compassionevoli come è compassionevole il Padre vostro (Lc.6,36). Se la santità non è possibile a tutti perché non a tutti è possibile avere spazio e tempo e voglia di vivere determinati stili di preghiera e di vita, la compassione cioè un amore misericordioso dal quale nessuno si deve sentire escluso questo è possibile a tutti. A tutti quanti è possibile essere compassionevoli. Compassionevoli significa essere attenti ai bisogni, alle sofferenze e alle necessità degli altri. Quindi questa è la novità portata da Gesù. Questa mattina concludiamo questa carrellata di questa tematica vedendo proprio il conflitto tra la parola di Dio e le parole degli uomini, quelle che vengono contrabbandate come parole di Dio e lo facciamo attraverso il vangelo più antico che è il vangelo di Marco. Il vangelo di Marco viene scritto a ridosso degli avvenimenti ed è un vangelo in cui c’è una assenza in questo scritto, ma una assenza che è esplosiva: nel vangelo di Marco non appare mai il termine legge. Guardate che questo è scandaloso e inaudito! La legge, ritenevano gli ebrei, che Dio l’aveva creata prima ancora della creazione del mondo, tutta la creazione era stata fatta in base alla legge, la legge determinava il rapporto tra Dio e gli uomini. Nel vangelo di Marco in maniera provocatoria, la parola legge è completamente assente perché Gesù, l’abbiamo detto, Gesù non viene a proporre una nuova osservanza della legge, ma una nuova modalità del rapporto con Dio basato sull’accoglienza del suo amore. Questo l’ha portato a uno scontro molto forte con le autorità religiose. Per chi vuol seguire prendiamo il vangelo di Marco cap.7. Un capitolo molto importante, molto delicato perché ricordate quando accennavamo che non meraviglia che Gesù sia stato ammazzato, ma sorprende che sia riuscito a campare così tanto. E come ha fatto Gesù a sopravvivere? Perché si è dato sempre alla latitanza. Quando la combinava grossa in un posto scappava via. Vedremo alla fine di questo episodio al cap. 7° che Gesù la spara talmente grossa che immediatamente deve trovare rifugio all’estero. Vediamo cosa ha combinato Gesù con il vangelo di Marco cap. 7,1 allora si congregarono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Ogni volta che Gesù comunica vita al popolo, spuntano nel vangelo di Marco i nemici della vita: scribi e i farisei. Chi sono queste due categorie di persone? Il termine fariseo significa separato, ma separati da chi? I farisei sono dei laici che mettono in pratica nella loro vita quotidiana quelle particolari rigide regole che i sacerdoti osservavano nel limitato periodo (una settimana) di servizio del tempio. Quindi quando il sacerdote era di servizio al tempio doveva essere perfettamente puro, perfettamente integro e c’era tutta una serie di regole, di osservanze. Ebbene i farisei praticavano nella vita quotidiana le regole che i sacerdoti, una settimana all’anno, nel servizio sacerdotale al tempio, osservavano. Quindi queste regole che loro avevano estrapolato dalla legge, erano arrivati a enumerarle nel numero di ben 613 precetti, 365 comandamenti e 248 proibizioni. Era una vita complicatissima! Stavano attenti che nulla di impuro entrasse nelle loro case, avevano lo scrupolo maniacale che su ogni prodotto alimentare acquistato fosse stata pagata la decima e soprattutto una osservanza scrupolosa del sabato. Questo stile di vita, che non era possibile praticare alla gente comune, li separava dalla gente, e si sentivano per questo stile di vita i più vicini al Signore; per cui fariseo significa separato. Avevano un grandissimo influsso nella vita della società. La gente li guardava con ammirazione come i santi del popolo. Gli scribi chi sono? Gli scribi erano i teologi ufficiali dell’istituzione religiosa giudaica. Gli scribi sono dei laici che dedicano tutta la loro esistenza allo studio della scrittura e arrivati all’età, per quell’epoca venerabile e veneranda, di 40 anni, ricevevano attraverso l’imposizione delle mani la trasmissione dello stesso spirito di Mosè. Da quel momento lo scriba diventava l’interprete ufficiale della scrittura. L’importanza dello scriba era più di quella del re e addirittura del sommo sacerdote perché quando parla uno scriba è Dio stesso che parla, quindi avevano una grande importanza. E’ la seconda volta che gli scribi provenienti da Gerusalemme si occupano di Gesù. Il centro, Gerusalemme, la santa sede dell’epoca, non ha perso di vista Gesù ed è allarmato della sua attività con il popolo. L’allora quindi di questo versetto: allora si congregarono, si riferisce a quanto è contenuto alla fine del capitolo precedente dove si legge che: dovunque egli giungeva nei villaggi, nelle città, nelle campagne, portavano gli infermi nelle piazze e lo pregavano che gli lasciasse toccare almeno il lembo della sua veste e tutti quelli che lo toccavano erano guariti. L’evangelista, attenzione, non presenta Gesù come una specie di pronto soccorso ambulante. Le malattie che sono espresse nei vangeli non sono tanto infermità fisiche, quanto infermità interiori, ma soprattutto sono i mali causati dalla religione. La religione fa ammalare le persone perché la religione inculca il senso del peccato, il peccato fa nascere il senso di colpa, di indegnità delle persone Questo senso di colpa impedisce alla persona di rischiare nella propria esistenza e quindi la fa ammalare. Gesù che viene a portare questa buona notizia che Dio ama le persone così come sono, è fonte di guarigione.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.