PAROLA DI DIO E DOTTRINA DEGLI UOMINI

PAROLA DI DIO E DOTTRINA DEGLI UOMINI
di fra Alberto Maggi, osm – Direttore Centro Studi Biblici “Giovanni Vannucci” – Montefano
Incontro biblico tenuto a Cuneo il 30-31 maggio 2009
trasposizione da audioregistrazione non rivista dall’autore……

Il centro, Gerusalemme, la santa sede dell’epoca, non ha perso di vista Gesù ed è allarmato della sua attività con il popolo. Il termine “allora”  di questo versetto: -allora si congregarono-, si riferisce a quanto è contenuto alla fine del capitolo precedente dove si legge che: dovunque egli giungeva nei villaggi, nelle città, nelle campagne, portavano gli infermi nelle piazze e lo pregavano che gli lasciasse toccare almeno il lembo della sua veste e tutti quelli che lo toccavano erano guariti. L’evangelista, attenzione, non presenta Gesù come una specie di pronto soccorso ambulante. Le malattie che sono espresse nei vangeli non sono tanto infermità fisiche, quanto infermità interiori, ma soprattutto sono i mali causati dalla religione. La religione fa ammalare le persone perché la religione inculca il senso del peccato, il peccato fa nascere il senso di colpa, di indegnità delle persone. Questo senso di colpa impedisce alla persona di rischiare nella propria esistenza e quindi la fa ammalare. Gesù che viene a portare questa buona notizia che Dio ama le persone così come sono, è fonte di guarigione. Allora intervengono scribi e farisei. Dicevamo che è la seconda volta però che gli scribi intervengono. La prima volta, pensate da Gerusalemme vengono queste persone importantissime ad esaminare l’operato di Gesù, e naturalmente sono persone di studio, sono persone intelligenti, sono persone competenti, non possono negare che Gesù guarisce le persone, che Gesù libera le persone. Allora ricorrono a un’arma sottile. Dicono alla gente: attenti, attenti a questo Gesù! perché è vero che vi guarisce, ma sapete perché vi guarisce? Per infettarvi in maniera definitiva e irrimediabile, infatti lui non agisce per opera di Dio, ma agisce per opera di chi?  Di belzebul. Chi è belzebul? C’era una divinità nel mondo fenicio (Baal che significa signore e zebub che significa mosche) era il signore delle mosche, era il Dio che proteggeva dalle malattie. Era una divinità molto importante questo belzebùb al punto che molti ebrei andavano in pellegrinaggio al suo santuario a chiedere la guarigione. I farisei per frenare questo flusso (c’è anche un re scritto nella bibbia che andò a chiedere la grazia della guarigione a questo belzebub), i farisei per delegittimare questo culto deformarono il nome. Quindi da Baal, che significa signore, e zebub, mosche, quelle mosche che incontriamo in campagna sulle cacche, sugli escrementi quelle verdastre e quasi fosforescenti, sono queste, che erano considerate fonte di malattia. Allora il signore delle mosche era quello che teneva a bada queste mosche fonte di malattie. Allora deformarono il nome e anziché Belzebub lo trasformarono in belzebul (zebul con la i finale invece significa letame). Cioè dicono: non è vero che vi protegge dalle malattie, dalle mosche, ma è quello che vi infetta perché è il Dio del letame. Allora arrivano questi scribi e dicono: attenti perché lui opera in nome di belzebul. E’ quella volta che Gesù reagisce in maniera violenta, in maniera drammatica con una espressione che ha un forte accento nel vangelo (cfr. Mc 3,28; Mt 12,31; Lc12,10) perché Gesù dice: state a sentire, ogni colpa degli uomini sarà perdonata. Le colpe degli uomini sono dovute allo loro ignoranza, alla loro fragilità e alla loro debolezza, ma il peccato contro lo Spirito santo non sarà mai perdonato. Qual è il peccato contro lo Spirito santo? Lo Spirito santo è la vita di Dio. Il peccato contro lo Spirito santo è il peccato delle autorità religiose che pur di non perdere il proprio potere, il proprio prestigio, dicono che ciò che è bene per il popolo è male pur sapendo che è bene e dicono che ciò che è male per il popolo è bene, pur sapendo che è male. Quindi il peccato contro lo Spirito santo è il peccato delle autorità religiose che per non perdere il proprio potere e il prestigio sulla gente dicono che un qualcosa che fa bene all’uomo invece è male. Allora, dice Gesù, questo peccato non sarà perdonato. Ma come mai? Ma Gesù non perdona tutte le colpe? Perché questo peccato non sarà mai perdonato? Non sarà mai perdonato perché queste persone mai chiederanno perdono a Gesù, perché la prima volta che Gesù si è incontrato, meglio scontrato con questi scribi, è stato quando Gesù ha perdonato le colpe all’uomo paralitico. Ebbene, come hanno reagito gli scribi? Chi può perdonare i peccati? Soltanto Dio, per cui quest’uomo bestemmia. Allora è chiaro che non chiederanno mai perdono a uno che considerano un bestemmiatore. Allora questa è la seconda volta che si radunano questi scribi contro Gesù. La prima volta l’esito fu drammatico, la prima volta l’esito fu tragico perché la famiglia di fronte a questa accusa decise di intervenire. E questo episodio nella sua crudezza ce l’ha soltanto il vangelo di Marco (3,21), che scrive: la madre e tutto il parentado andarono a Cafarnao per catturare Gesù perché dicevano: è fuori di testa! Gesù è considerato un bestemmiatore dalle autorità religiose, è considerato uno stregone che agisce per opera di belzebul, allora la famiglia che non crede che Gesù sia un bestemmiatore, uno stregone pensa soltanto che sia andato fuori di testa perché tutto quello che la legge prescrive di fare, Gesù non lo fa, tutto quello che la legge proibisce di fare, Gesù lo fa.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.