Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.
Adesso sono nella casa-comunità. I discepoli di Gesù fedeli alla loro tradizione giudaica, vedono malvolentieri i nuovi arrivati al seguito di Gesù, che non fanno parte del giudaismo. Gesù li ammonisce, si indigna perché rimproveravano i piccoli che si avvicinavano a lui. Le stesse parole usate allora da Gesù per l’esorcista che cacciava demoni in suo nome, suscitando l’ira dei suoi discepoli, Gesù li pronunzia adesso per questi “piccoli” che si avvicinano a lui, che accolgono il suo messaggio. “Non glielo impedite!, hanno scelto di stare con noi, e Dio regna su quelli come loro che hanno scelto di farsi ultimi e servi. Perché per entrare a far parte della comunità-regno bisogna essere come loro, farsi piccoli come bambini. Sono i piccoli, i mikron della società, coloro che facevano parte della comunità ma non provenivano dai Giudei, e sono quelli che hanno accolto il messaggio di Gesù, facendosi servi e aperti alla buona novella, e per questo sono vicini a Gesù e scatenano le invidie dei suoi discepoli. L’evangelista esprime questa vicinanza di Gesù a questi facenti parte della comunità, con l’abbraccio e la benedizione che egli dispensa per dimostrare loro la sua identificazione e affetto. Così come la benedizione è per loro e per tutti quelli che si identificano nell’insegnamento del maestro, segno di abbondante comunicazione di vita.