Guerra in Ucraina e non solo…

Guerra in Ucraina

La guerra che la Russia sta conducendo in Ucraina tenendo il mondo col fiato sospeso, non rientra, seppur folle come tutte le guerre, da una crisi di ulteriore follia di Putin.

E’ una guerra che parte da lontano, precisamente dal 2014, quando dopo avere invaso la Crimea, Putin volle assicurarsi una presenza costante alla periferia est dello stato ucraino installandosi nel Donbass dove sono presenti milioni di civili russi che convivono con gli ucraini.

Questo perché per Putin l’allargamento a est della NATO e dell’ingresso in UE dell’Ucraina avrebbe ulteriormente rafforzato gli USA e messo in pericolo i propri confini.

Negli ultimi anni, l’Ucraina ha ricevuto il supporto militare del fronte occidentale (2,7 miliardi di dollari gli aiuti ricevuti dagli USA dal 2014), riaccendendo le preoccupazioni russe di fronte a un suo ulteriore avvicinamento alla NATO. Dopo il collasso dell’URSS, questa si è infatti espansa fino a includere paesi che la Russia ha storicamente considerato facenti parte della sua orbita: uno sviluppo che il Cremlino considera una minaccia a livello sia securitario che simbolico.

Cosa è veramente l’Ucraina per l’Occidente e per Putin?

Il paese è infatti considerata la “culla” della cultura russa moderna, essendo stata dal IX secolo d.C. il nucleo della Rus’ di Kiev, Stato monarchico medievale che si estendeva fino alla Bielorussia e alla Russia. Dal 1923 fino al 1991 l’Ucraina è stata poi una delle Repubbliche dell’ex Unione Sovietica, ricoprendo il ruolo fondamentale di “granaio dell’URSS” grazie alla grande estensione di terreni coltivabili. Dopo l’indipendenza, la relazione tra Mosca e Kiev è stata travagliata e ondivaga, a causa di un’alternanza tra governi più filo-russi e altri più vicini all’Occidente (seppur nel quadro di una politica multivettoriale volta a sfruttare la rivalità tra i due schieramenti), come quello di Viktor Juščenko, nato dopo la “rivoluzione arancione” di fine 2004, o quello attuale guidato da Volodymyr Zelensky.

Per l”Occidente e la NATO l’Ucraina invece è un probabile futuro partner alleato. Dopo il collasso dell’URSS, la NATO si è infatti espansa fino a includere paesi che la Russia ha storicamente considerato facenti parte della sua orbita: uno sviluppo che il Cremlino considera una minaccia a livello sia securitario che simbolico. Per quanto molti esperti considerino irrealistico che l’Ucraina possa davvero unirsi all’alleanza transatlantica, Putin ha avanzato richieste di garanzie di limitazioni delle azioni NATO nella regione, che includono il divieto di ulteriori allargamenti, il ritiro delle forze da paesi che si sono uniti all’Alleanza dopo il 1997 (un blocco di paesi che include buona parte dell’Europa orientale, dai paesi baltici ai Balcani). Il caso in questione riguarda un possibile ingresso futuro dell’Ucraina nella NATO: un’opzione che attualmente non è sul tavolo, ma che secondo le richieste di Mosca dovrebbe essere esplicitamente scartata dall’Occidente, mentre per Washington l’eventuale richiesta di ammissione dovrebbe essere lasciata liberamente a Kiev (peraltro, l’ultimo sondaggio condotto presso la popolazione ucraina ha rilevato che il 54% vorrebbe entrare nella NATO) . È dunque su questo punto che, fino ad ora, si è arenato il processo diplomatico.

Su queste basi Putin ha scatenato la sua offensiva, facendo chiaramente intendere che non tollera allargamenti ai limiti della ex Unione Sovietica, riportando il mondo indietro di più di 20, a prima della caduta del muro di Berlino, quando lui era negli uffici della KGB a Berlino est, e bruciava compromettenti documenti chiuso nel suo gabinetto poliziesco. Quando una folla inferocita si presentò davanti a lui, prese la sua pistola e la puntò contro quelli che erano entrati minacciosì, avvertendoli categoricamente che aveva in canna 12 colpi, ne avrebbe ben sparati 11, riservandosi il 12° per lui che non sarebbe certo caduto vivo nelle loro mani.

Questo è il Putin giovane che ha portato in eredità a quello di allora la risolutezza e la freddezza dei rischi calcolati ed estremi.

Sa bene che l’Occidente e gli americani non spareranno un colpo contro di lui, e lui può avanzare senza ostacoli che non siano la resistenza del piccolo Davide ucraino contro il massiccio colosso Golia sovietico.

E siccome non c’è guerra senza risvolto economico, mascherata dalle bugie più grossolane e ridicole, vediamo di esaminarle queste motivazioni economiche.

Oggi circa il 36% del gas importato dall’UE (50% se si considerano solo le importazioni extraeuropee) viene da Mosca. E dire che nel corso di questi anni l’Ue ha cercato attivamente di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento di gas, in particolare puntando sul gas naturale liquefatto (GNL) dopo il 2009 e 2010, quando per la prima volta la Russia chiuse i rubinetti verso l’Ucraina e parte dell’Unione. Ma la “dipendenza” da Mosca è un fatto strutturale e geografico: è molto più facile ed economico trasportare gas via tubo, e un enorme produttore non lontano dai grandi consumatori europei è un partner inevitabile. Per questo, malgrado le intenzioni sulla carta fossero quelle di diversificare le forniture, il calo di produzione in Norvegia, i problemi di produzione in Algeria e l’instabilità in Libia hanno al contrario aumentato la dipendenza europea da Mosca negli ultimi 10 anni.

Ora, dobbiamo entrare nell’ottica di cui tutti gli analisti parlano, e cioé che essendo attaccati al tubo del gas sovietico, l’Europa non ha alternative: o si rende più indipendente da Putin, in modo da danneggiare lui con le ritorsioni economiche, oppure ci accodiamo a 90° e gli riconosciamo il gesto disumanitario della invasione in Ucraina.

E’ un bel rebus che la politica europea e statunitense, dovranno risolvere senza la loro pretesa di esportare la democrazia in un paese in cui già ci ha pensato un altro ad esportarla, cioè Putin.

Quindi ingoiare rospi e fare politica silenziosa, cercando di limitare i danni al paese invaso e ai cittadini europei che potrebbero essere le prime vittime delle ritorsioni economiche. E guardate che gas e elettricità, prodotta per il 405 col gas, quando arrivano a casa degli italiani, specie e fasce più deboli, non è che sono meno devastanti delle bombe di superficie…

ad minora delabimur

Canicatti,2022,febbraio,27

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.