L’Annunciazione di A. Maggi

ALBERTO MAGGI
L’Annunciazione
La fantasia di Dio
Sei mesi dopo l’angelo Gabriele è ancora una volta messaggero di una vita che vuol nascere. Il primo annuncio, nel tempio di Gerusalemme, a un pio sacerdote, era stato accolto con incredulità, nonostante non fosse la prima volta, nella storia d’Israele, che un intervento divino aveva reso madri donne sterili come Sara, Rachele, Anna e la madre di Sansone.
Ora il compito di Gabriele è più arduo. Non deve recarsi nella gloriosa Giudea, ma nella turbolenta Galilea, non a Gerusalemme, città santa, ma a Nazaret, borgo malfamato (Gv 1,46). Non nel Tempio a un pio sacerdote ma in un tugurio, alla periferia del paese, a una normale giovinetta poco più che dodicenne e già sposata. Inoltre l’Angelo dovrà proporre alla ragazza qualcosa di mai avvenuto e soprattutto di inconcepibile nella mentalità ebraica: divenire la madre del figlio di Dio. Più che una proposta divina sembra una tentazione diabolica.
L’Angelo, manifestazione divina, saluta Maria e l’invita a rallegrarsi per essere stata colmata di grazia da parte di Dio. Non sono i meriti di Maria, ma i doni gratuiti del Signore che rendono la ragazza di Nazaret “favorita dalla grazia” (Lc 1,28).
Maria è sconcertata e cerca di capire ciò che le sta accadendo. Per comprendere il turbamento che coglie Maria, che si sente oggetto di un annuncio divino, occorre rifarsi alla mentalità giudaica secondo la quale “Il Santo, Egli sia benedetto, non parlò con alcuna donna se non con quella giusta, e anche quella volta per una causa” (Ber. Rab. XX, 6). Infatti, nell’Antico Testamento l’unica volta che Dio si è rivolto a una donna, è stato per rimproverare Sara, la moglie di Abramo, e da allora non ha più rivolto la parola a nessuna donna (Gen 18,10-15).
Se Dio non parla alle donne, come può ora parlare a Maria?
E se non fosse un angelo del Signore?
Maria conosceva senz’altro le storie dei pagani con i racconti di dèi che si univano alle donne per procreare ed era credenza popolare che gli angeli, di tanto in tanto, lasciassero i cieli per accoppiarsi con le donne. La stessa Bibbia affermava che la nascita dei giganti fosse dovuta all’unione tra esseri celesti e umani: “C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo – quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli” (Gen 6,4), e non era la prima volta che qualche mascalzone si fingeva un angelo per violentare qualche ingenua ragazza. Inoltre ciò che l’Angelo propone a Maria suona come una bestemmia: diventare madre del figlio di Dio!
Mentre Zaccaria e Elisabetta sono stati presentati dall’evangelista come irreprensibili osservanti di tutte le leggi e le prescrizioni del Signore (Lc 1,6), nulla di questo è affermato per Maria.
Se Maria fosse stata una pia e devota ragazza, probabilmente avrebbe rifiutato la proposta angelica come una sacrilega tentazione: Dio non ha figli, “il Signore è uno solo” (Dt 6,4). Quando le autorità giudaiche si rendono conto che Gesù rivendica di essere il figlio di Dio “cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto abrogava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (Gv 5,17). E quando Gesù ammetterà di fronte al sommo sacerdote la sua condizione divina, “il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: Ha bestemmiato!” (Mt 26,65).
Che Dio potesse avere un figlio era una bestemmia e come tale doveva essere punita con la morte.
Eppure Maria accetta.
Mentre Zaccaria, incredulo, chiede un segno, una prova che garantisca la verità dell’annuncio (“Come potrò conoscere questo?”, Lc 1,18), Maria, che non dubita, chiede di conoscere il modo col quale si realizzerà ciò che le è stato annunciato (“Come avverrà questo?”, Lc 1,34).
E l’Angelo le risponde: “Lo Spirito santo scenderà su di te…” (Lc 1,35).
Come al momento della creazione lo “Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque” (Gen 1,2), così quel che avverrà in Maria sarà una nuova creazione e “colui che nascerà santo sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1,35). Luca presenta Maria come la donna dello Spirito, racchiudendo la sua esistenza tra le due discese dello Spirito, all’annunciazione e alla Pentecoste (At 1,14; 2,1-4).
“Avvenga per me come tu hai detto” (Lc 1,38).
Maria si apre al nuovo che il Signore le propone e la ragazza di Nazaret, che “nessuno, neanche tra i vicini, conosceva” (Origene, Contro Celso, I, 39), verrà proclamata beata da tutte le generazioni (Lc 1,48).
Maria è il capolavoro della fantasia di Dio, quel Signore che sceglie sempre per le sue opere ciò che gli uomini disprezzano e scartano (1 Cor 1,27-30). Con Maria, la donna, considerata una categoria sub-umana e comunque l’essere più distante dalla santità di Dio, diverrà la sua più immediata collaboratrice.
La donna, ritenuta responsabile della morte nel mondo (Sir 25,24), sarà portatrice di una vita capace di superare la morte. La donna, che non può sfiorare il rotolo della Parola del Signore, darà alla luce la Parola di Dio che si farà uomo (Gv 1,14).
Nella sua risposta Maria si è definita “la serva del Signore” (Lc 1,38), e come tale sa che chi accetta di servire il Signore deve prepararsi alla prova (Sir 2,1). Lei si è fidata del Dio dei suoi padri, ora dovrà prepararsi ad accettare il Dio di suo figlio.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.