In ginocchio da te…

Ci siamo coi tricolori esposti e con la farsa patriottica esibita nei momenti di vana gloria calcistica.
Io nella mia città vorrei le bandiere tricolori esposte non durante i mondiali o gli europei di calcio, ma il giorno della commemorazione del giudice Levatino e delle altre vittime della mafia.
Vorrei i tricolori esposti il 25 Aprile, quando fummo liberati dalla rogna fascista.
Vorrei i tricolori nei balconi e nelle finestre ogni qualvolta un mentecatto di politico alla Renzi-berlusconi minaccia di stravolgere la Costituzione e si maschera da padre costituente.

Li vorrei esposti ogni volta che viene condannato un mafioso.
Che viene arrestato un politico mafioso anche a sua insaputa.
Oppure che un senatore venga dichiarato indegno della Camera Alta.
Vorrei che fossero esposte quando si tratta di difendere i diritti degli oppressi e dei discriminati per sesso o per razza.
Vorrei che fossimo patrioti ogni qualvolta la laicità dello Stato venga messa a repentaglio da qualsiasi nota o appunto di stati stranieri o teocratici che intervengono nelle leggi della Repubblica.
Adesso hanno deciso di non fare quella piccola genuflessione prima della partita che è un atto contro ogni razzismo e discriminazione sociale, dicendo che non è da uomini liberi fare questo gesto imposto da altri.
Nessuno impone niente a nessuno, neanche di fare il tifo per una squadra di capre ignoranti che cantano a squarciagola l’inno nazionale e non conoscono il minimo sindacale di storia patria.
Ricordo a costoro che  ci sono stati anni in cui omaggiavano un duce col saluto romano prima di ogni partita.
E se non lo facevano correvano rischi per la loro vita privata.
Per dire cosa significa gesto libero e  gesto imposto.
Azzurri, non mi avrete ancora una volta con voi.
Non avrete il mio tifo e la mia bandiera tricolore al balcone.
La lascio per momenti migliori.
Voi rimarrete piccoli uomini, anche se campioni di calcio.
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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.