In ginocchio da te…
Ci siamo coi tricolori esposti e con la farsa patriottica esibita nei momenti di vana gloria calcistica.
Io nella mia città vorrei le bandiere tricolori esposte non durante i mondiali o gli europei di calcio, ma il giorno della commemorazione del giudice Levatino e delle altre vittime della mafia.
Vorrei i tricolori esposti il 25 Aprile, quando fummo liberati dalla rogna fascista.
Vorrei i tricolori nei balconi e nelle finestre ogni qualvolta un mentecatto di politico alla Renzi-berlusconi minaccia di stravolgere la Costituzione e si maschera da padre costituente.
Li vorrei esposti ogni volta che viene condannato un mafioso.
Che viene arrestato un politico mafioso anche a sua insaputa.
Oppure che un senatore venga dichiarato indegno della Camera Alta.
Vorrei che fossero esposte quando si tratta di difendere i diritti degli oppressi e dei discriminati per sesso o per razza.
Vorrei che fossimo patrioti ogni qualvolta la laicità dello Stato venga messa a repentaglio da qualsiasi nota o appunto di stati stranieri o teocratici che intervengono nelle leggi della Repubblica.
Adesso hanno deciso di non fare quella piccola genuflessione prima della partita che è un atto contro ogni razzismo e discriminazione sociale, dicendo che non è da uomini liberi fare questo gesto imposto da altri.
Nessuno impone niente a nessuno, neanche di fare il tifo per una squadra di capre ignoranti che cantano a squarciagola l’inno nazionale e non conoscono il minimo sindacale di storia patria.
Ricordo a costoro che ci sono stati anni in cui omaggiavano un duce col saluto romano prima di ogni partita.
E se non lo facevano correvano rischi per la loro vita privata.
Per dire cosa significa gesto libero e gesto imposto.
Azzurri, non mi avrete ancora una volta con voi.
Non avrete il mio tifo e la mia bandiera tricolore al balcone.
La lascio per momenti migliori.
Voi rimarrete piccoli uomini, anche se campioni di calcio.