Il peccato del mondo ( terza parte) 

RIFONDAZIONE DELLA FEDE. VITO MANCUSO.
Il peccato del mondo ( terza parte)
” Qui in questo scenario del mondo, l’anima non si sente a casa. L’anima considera la brevità della sua vita, sa che c’è un infinito prima di lei e sa che ce ne sarà un altro, dopo. L’anima sa di essere circondata da uno spazio infinito che lei non conosce e per il quale essa è come nulla, solo un insignificante granello di polvere che può essere soffiato via senza che niente, assolutamente niente, cambi. L’anima di fronte a tutto ciò, trema. Lo spavento, il timore, a volte anche un vero e proprio senso di terrore, è il sentimento più adeguato di fronte alla considerazione della storia e dell’universo, della vuota infinità del tempo e dello spazio”.

Proprio il tempo e lo spazio senza i quali gli uomini non possono pensarsi e immaginare nulla, sono proprio essi la fonte dello sgomento malinconico e dello spavento acutissimo. Nel pensiero n° 64 Pascal descrive questo suo stato d’animo, lui piccolissimo punto nell’infinito universo si chiede cosa ci faccia propri li in quel momento, quale volontà e a quali ordini di chi ha obbedito colui che ci pone al mondo? Ecco proprio questa piccolezza rende ragione del titolo del capitolo intitolato Miseria. A questo grande assillo di Pascal, un altro grande teologo e scienziato risponde con la sua opera La colonna e il fondamento della verità: Florenskij dice che non sa se esiste la verità, ma per lui è tutto e ad essa lui si aggrappa perché essa è ragione, vita, bene, forza, felicità. Per lei si rinuncia ai dubbi e alle domande e ci si comporta come se pur essendo sulla riva del nulla, noi ci senta sull’altra riva, quella della realtà, della giustificazione avvenuta, della conoscenza. Ciò che la teologia chiama Peccato originale, altro non è che la condizione umana, chiusa in questo destino di dubbio e inadeguatezza e dall’anelito alla giustizia e dalla necessità di essere salvata dall’ambiguità e dalle contraddizioni della vita. Dice Mancuso che il contenuto di fondo del dogma del peccato originale è vero: l’anima muore alla sua originaria sovranatura, perché conosce il male e il dolore del mondo, il suo peccato, e anela alla sua salvezza ad essere salvata dalla grazia intesa come desiderio del bene e della giustizia. Senza questa grazia che prima o poi tocca tutti, l’anima non si salva. L’errore consiste nel considerare tutto peccato e colpa, ove la chiesa rende e quasi ne gode, l’uomo nemico a Dio. Ma la Bibbia stessa risponde alla chiesa, ove Giobbe rivolgendosi a Dio domanda: “Perché mi consideri come nemico?”, e tale domanda possiamo porla alla chiesa e alla sua dottrina originaria. Ma Dio sa che l’uomo è essere imperfetto, caduco, debole, non certo suo nemico, che la libertà di cui godono gli uomini è inceppata, imperfetta, mossa da oscuri desideri, impura. E l’uomo cosciente sa cercarla negli abissi dell’anima e nei meandri profondi di se stesso, senza paura di anatemi e della chiesa benpensante. Spinti solo dal desiderio di aderire al bene e alla sua verità. “Il peccato originale dice cose giustissime, il suo errore sta nel chiamarlo peccato e farne colpa per ogni bambino che nasce”. Non c’è nessun peccato o colpa, solo la condizione umana che vive di una libertà necessitata, imperfetta, corrotta. Mutare visuale sul peccato originale significa dire che ogni uomo ha bisogno di Dio, e comprendere fino in fondo in che misura siamo immagine somiglianza di Dio. A chi ricondurre l’imperfezione della libertà’? Al serpente, certo alla vita. Ma Cristo questo è venuto a redimere, l’imperfezione della vita, e lo fa con le sue parole e opere e soprattutto con la sua morte, che è la totale dimostrazione della sua adesione completa al bene.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.