Giuda, il traditore tradito.

Teologia del tradimento.

Oggi si celebra Giuda, il traditore tradito.
Possiamo spezzare una lancia in suo favore?
Certamente, anche perché se guardiamo bene dentro di noi potremmo rivivere tanti momenti di tradimento di quell’amore che ci viene elargito a piene mani e non accolto come dovremmo.
Penso che Giuda amasse il suo Maestro, perché per lui rappresentava quello a cui tutti credevano: il Messia figlio di Davide, che con forza e potenza umana avrebbe liberato il popolo ebreo da una millenaria schiavitù per mano straniera. Lotte di liberazione e pregressi esodi dalle schiavitù non avevano mai sopito i sogni di grandezza di questo minuscolo popolo, chiamato ad essere servito dalle nazioni del mondo per volontà divina.
Quando lui, Giuda, senti traditi i suoi ideali messianici ad opera di un uomo che tutto era fuorché un condottiero di eserciti rivoluzionari, si senti costretto a tradirlo suo malgrado.
Il tradimento col tradimento ripagato.
Ma Gesù non aveva tradito nessuno, ma erano stati coloro che non lo avevano compreso a tradirlo e rinnegarlo.
Così come facciamo noi, io, nel momento in cui non comprendiamo il messaggio che ci ha lasciato: solo l’amore vi farà liberi.
Siamo tutti un poco Giuda nella vita, inutile nasconderselo, perché se no sarebbe meglio l’albero nel campo del vasaio.
Buona passione a tutti, non solo di sofferenza, ma anche d’amore.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.