Gv 11,19-27. Lazzaro

Dal Vangelo secondo Giovanni 

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello.
Marta, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà».
Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell’ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?».
Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».

LA RESURREZIONE DI LAZZARO. da una conferenza di p. ALBERTO MAGGI

Il sapere della tradizione religiosa è un Dio che resuscita i morti. Gesù porta una novità che forse è novità ancor oggi. Dalla esperienza vediamo che molti cristiani pensano ancora alla maniera ebraica. Molti pensano davvero che i morti resusciteranno alla fine dei tempi. Questo era il pensiero giudaico non il pensiero cristiano: nella tradizione religiosa giudaica i morti resusciteranno. Gesù è venuto a presentare il Dio che non fa morire, che è venuto a ritrasmettere una vita di una qualità tale che si chiama eterna, non per la durata, ma per la qualità che è indistruttibile. E Gesù le rispose: ”Tuo fratello resusciterà”          (Gv.1,23). Marta rimane male, Marta si sarebbe aspettata che Gesù le avesse detto:” io resusciterò tuo fratello”. Gesù dice: ”Tuo fratello resusciterà”. La resurrezione di Lazzaro non è dovuta a una nuova azione di Gesù – vedremo che Gesù su Lazzaro non compie nessun gesto, ma è l‟effetto della permanenza della vita in questo individuo.
Marta risponde in maniera seccata, malamente, maleducata a Gesù. Dice:” So che resusciterà nell’ultimo giorno”.(Gv.11,24). Marta di nuovo si rifà a quello che sa. Se voi, a una persona che è nel dolore per la morte di una persona cara, andate a dire: “consolati che resusciterà”, non solo non la confortate, ma la gettate nella disperazione.
Sapere che la persona che mi è morta, resusciterà alla fine dei tempi, per quella volta sarò morto e stecchito pure io. A me manca adesso! Ĕ adesso che io mi sento dilaniato e soffro per la morte della persona cara. Non diciamo alle persone “Consolati, resusciterà”. Capirai che consolazione! Ed è la risposta che Marta da a Gesù.
L‟evangelista vuol portare un cambio radicale nel modo di concepire la morte e la vita. “Gesù le disse:” Io sono – ed è importante, “Io sono” è il nome di Dio, Gesù conferma la sua condizione divina – la resurrezione e la vita;”- la sua presenza comporta la resurrezione perché lui è la vita. In Gesù c‟è la pienezza della vita di Dio e Gesù questa pienezza della vita di Dio, la comunica a tutti quanti lo seguono e lo accolgono. Gesù dichiara:” Io sono, qui, presente in ora la resurrezione perché sono la vita”. Ecco la prima delle affermazioni “ chi crede – credere nel vangelo significa dare adesione – in me, anche se muore, vivrà;(Gv. 11,25)”.Gesù si rivolge alla comunità, che sta piangendo uno dei suoi componenti che è morto.”Se questo che voi piangete morto ha dato adesione a me – e Lazzaro abbiamo visto è il discepolo perfetto – anche se adesso muore vivrà”. Continua a vivere. La prima importante dichiarazione che Gesù dà alla comunità di vivi è: “ la persona che voi piangete, se ha dato adesione a me,continua a vivere”. Dare adesione a Gesù significa dare adesione alla vita, significa rispondere alle esigenze che ci porta. Chi ha dato adesione a Gesù, alla vita, sappiamo, ce lo assicura Gesù, che continua a vivere. Ma la seconda e più importante affermazione perché riguarda noi che siamo vivi,” chiunque vive e crede in me, non muore”.(Gv.11,26). Non muore più, uguale a vive. Gesù si rivolge alla comunità, a voi, a noi che siamo vivi e che gli diamo adesione, non faremo esperienza della morte. Gesù garantisce che chi gli dà adesione non farà esperienza della morte. Marta sperava in una resurrezione lontana, Gesù invece si identifica con la resurrezione che è immediata. Noi che siamo vivi e che abbiamo dato adesione a Gesù non faremo l’esperienza della morte. Gesù più volte lo ha detto nel vangelo “chi osserva la mia parola non vedrà mai la morte”. Il messaggio cristiano è che Gesù non resuscita i morti, ma comunica ai vivi una vita che è capace di superare la morte. Pertanto i cristiani non credono che resusciteranno, ma credono che sono già resuscitati. Se leggiamo le lettere di Paolo troveremo l’espressione, nella lettera agli Efesini: ”Con lui ci ha anche resuscitati”. Ci saremmo aspettati ci resusciterà. No. Con lui ci ha anche resuscitati. Nella lettera ai Colossesi: “ Se dunque siete resuscitati in Cristo”. La credenza dei primi cristiani è che per aver dato adesione a Gesù, avevano già subito una vita, di una qualità tale, che quando verrà il momento della morte la supererà. In un vangelo apocrifo, il vangelo di Filippo c’è questa espressione interessantissima. L’autore scrive: “Chi dice prima si muore e poi si risorge, sbaglia”. Se non si risuscita prima mentre si è ancora in vita, morendo non si risuscita più. Ĕ chiaro che viene l’obiezione. Come possiamo dire che non moriamo, quando vediamo che la gente muore? Perché nei vangeli e nel Nuovo Testamento, si parla di morte seconda e a questa che si riferisce Gesù. Cosa significa la morte seconda? Mi aiuto con un grafico. C‟è un inizio della nostra esistenza, c‟è una crescita nella vita fisica e raggiungiamo la pienezza. La vita ha un inizio, una vita piena e, dispiace a tutti quanti, dopo questo momento di pienezza irrimediabilmente, comincia il declino fisico. Noi possiamo fare tutte le ginnastiche, mettere le creme che vogliamo. Arriva il declino fino alla dissoluzione totale di questa vita fisica, questo è per tutti. Un inizio c‟è una crescita, si arriva a un momento di pienezza e poi comincia il declino. Cosa significa declino? Le cellule del nostro organismo cominciano a morire, a non rigenerarsi, si deteriorano finché arriva – speriamo il più lontano possibile – il momento della dissoluzione. Noi non siamo solo di ciccia, c‟è una vita interiore che è quella della persona e questa lo stesso fa questa parabola. Cresce e quando arriva al momento della pienezza non si ferma e comincia a declinare, ma c’è come un divorzio, continua a crescere. Quella è la prima morte, alla quale tutti inevitabilmente andiamo incontro. Questa è la vita che continua, è quella che nel Nuovo Testamento si chiama morte seconda. C’è il rischio, c’è la possibilità che quando arriva il momento della morte fisica non ci sia niente di questo, non ci sia una vita interiore. Ĕ la seconda morte. Qual è il messaggio di Gesù? Non è venuto a liberarci dalla morte biologica, fisica. Questa è irrimediabile, ma come scrive Paolo in una delle sue lettere: ”Mentre l’uomo esteriore va declinando, l’uomo interiore si rafforza”. Arriva un momento della nostra esistenza, chiaro non abbiamo più il corpo dei venti anni, ma non è paragonabile la ricchezza interiore che abbiamo dentro con quella che c’era a venti anni. Questo è quello che rimane. Questa è la morte a cui il credente non andrà incontro. Gesù non resuscita i morti, ma è venuto a comunicare ai vivi, una vita di una qualità tale, capace di superare la morte.
Gesù chiede a Marta se crede in questo: “Credi tu questo? Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo” – prima sapeva, adesso “crede” , c’è un passaggio, una crescita nella comunità – “che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”(Gv.11,27). Prima Marta credeva che Gesù fosse un profeta straordinario, chiede a Dio. Adesso capisce che Gesù è Dio sono un’unica cosa. “Sei il figlio di Dio che deve venire nel mondo”. “Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: “Il maestro è qui e ti chiama”.(Gv. 11,28). Perché Marta va a chiamare Maria di nascosto? Abbiamo visto che è una comunità che gode della simpatia delle autorità religiose. Perché? Fintanto che Gesù è ritenuto un profeta non c‟è nessun problema, ma quando la comunità arriva a credere che Gesù e Dio sono la stessa cosa si scatena la persecuzione. Quando Gesù di fronte al Sommo Sacerdote riconoscerà di essere il figlio di Dio, il Sommo Sacerdote si straccia le vesti e dice: “Bestemmia”. Quando la comunità riconoscerà che in Gesù si manifesta la pienezza di Dio, incomincia la persecuzione.
Qui l’evangelista l’anticipa. Fintanto che la comunità credeva Gesù profeta non c’è alcun problema, quando comincia a comprenderlo come figlio di Dio, comincia la persecuzione. “Quella udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui”.(Gv. 11, 29). L’arrivo di Gesù toglie Maria dall’immobilità, dalla paralisi in cui giaceva. Ecco siamo alle battute finali, c’è un crescendo e l’evangelista arricchisce ogni termine.
Gesù non era entrato nel villaggio. Gesù non era entrato e non entra. Il villaggio, il luogo della tradizione, il luogo della morte non può vedere la presenza di Gesù. Per vedere Gesù bisogna uscire dalla tradizione e dal luogo dei morti. Il vangelo di Luca quando le donne arrivano al sepolcro trovano gli angeli che dicono: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo”. Questo bisognerebbe scriverlo in ogni cimitero . Se crediamo che la persona è viva, la cosa più inutile è il cimitero.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.