La dianoia platonica, è qualcosa di irreale, è la ragione ” a se” senza la forza del “logos” e quindi perde le sue caratteristiche reali di organo umano, intesa come viva attività. Poiché la dianoia è qualcosa di irreale, la ragione per essere reale deve partecipare alla conoscenza dell’essere, altrimenti neanche l’essere partecipa della ragione, cioè è illogico. Poiché l’atto del conoscere è anche partecipare all’essere, quindi gnoseologico e ontologico, la conoscenza si ha uscendo da se stessi o/e entrando nel conosciuto. Quando usciamo da noi stessi, attuiamo un Atto di Fede, perché la vera uscita è la FEDE, tutto il resto ,sogno e inganno.
La dianoia platonica non è conoscenza e che la fede è conoscere quello che è fuori da noi, per entrare nell’oggetto conosciuto, e se fai caso quando devi conoscere qualcuno tu fai un atto di fede, ti fidi di lui, gli accordi fiducia. Quante cantonate prendiamo!
La fede non è un dono, altrimenti sarebbero giustificati tutte quelle persone che dicono” beata te che dio ti ha dato tanta fede, a me non ha fatto questo dono”. Ma quanto mai!
La fede è il balzo in avanti che si compie quando la conoscenza arriva al limite del conoscibile, essa ci permette di superare la discontinuità tra ciò che è del nous sensitivo e quello che è dello spirito