Giorno di memoria

Oggi non dovremmo farci prendere dalla banalità della “memoria” così come è banale il male. Io penso che gran parte della responsabilità del male compiuto è sempre personale, e chi lo compie deve prendersi la responsabilità di averlo perpetrato. Alla base di ogni azione umana, è inutile nasconderselo, c’è sempre la motivazione del premio, della soddisfazione di un volere, della gratificazione di un desiderio. Se ci nascondiamo dietro la banalità che il male è connaturato nella natura umana avremmo secondo me saltato a piè pari la gran parte del problema. Ogni azione umana nasce per effetto della nostra volontà, lo si voglia o no, il bene e il male sono il frutto della volontà che si esplica nella realtà del mondo coi suoi frutti più o meno avvelenati. Il male, come il bene, è però contagioso; ed è molto più rumoroso, produce più risonanza, ha bisogno di chiasso mediatico, di propaganda, mincul pop si diceva nei regimi passati. Il bene per sua natura è più pudico, si manifesta senza squilli di tromba, grancassa di risonanza di nessun tipo, il bene agisce in silenzio e produce frutti duraturi e lontani. Quello che successe nei campi di concentramento e prima della loro istituzione, fu secondo me una ubriacatura generale di un popolo cresciuto all’ombra di un desiderio di onnipotenza e di vendetta che ne accrebbero i malefici effetti. Quando se ne accorsero, la maggioranza era ormai in mano ad una minoranza spietata e decisa ad andare avanti in un progetto di maleficio che avrebbe avuto effetti devastanti. Quello che doveva essere fatto a freno di questa cultura omicida nazista ormai non si poteva fare più, se non rispondendo alla violenza con una violenza ancora maggiore. Sono convinto che tutto doveva essere fermato quando il regime cominciò a educare culturalmente le generazioni tedesche all’odio e alla discriminazione razziale. Tutto parte secondo me dalla cultura; se un popolo viene educato alla tolleranza, al rispetto, alla uguaglianza tra diversi, alla condivisione, se insomma si instaura in un paese civile la cultura della diversità che ci fa unici e simili, senza discriminazione alcuna di razze (sic!), sesso, religione, censo sociale, allora difficilmente potranno prendere piede azioni sconvolgenti di massa, così violente e omicide come il nazismo fu. Ecco perché bisogna diffidare al minimo spirar di vento di ideologie che inneggiano a qualunque forma di violenza, che parlano di rimpatriare i profughi, di discriminare gli omosessuali, di negare diritti a chicchessia, di chi parla di difesa della razza bianca o rossa che fosse, di chi definisce dispregiativamente una etnia, chi fa il tifo per l’Etna, o vuole bombardare i barconi in mare. FACCIAMO MEMORIA, certo; ogni volta però che sentiamo sproloquiare gente che vuole aiutare a “casa loro” o rimpatriare profughi, o parlano con disprezzo dei negri o dei gay. Il nazismo si sconfigge con la cultura e l’educazione alla unica ideologia veramente forte: quella che ci ricorda che siamo tutti sotto lo stesso cielo, uomini e donne di una sola umanità.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.