L’emorroissa e non solo

TEOLOGIA VIA CORRENDO…

Oggi, da sempre, è così.
L’emorroissa, una donna malata.
Impura. 
Mai curata, da molti medici che le hanno derubato gli averi in inutili consulti.
Una donna esclusa dalla società, come ce ne sono state tante e tante ce ne saranno sempre, finché la nostra società si baserà sul potere e sulla sopraffazione.
Eppure questa donna è un esempio da seguire.
Sente di Gesù e ne riconosce l’autorità, exusìa, non il potere che è prepotente e domina, ma l’autorità che viene dalla conoscenza di cosa è bene e cosa è male.
La donna ammalata tocca il mantello di Gesù
La folla è stretta attorno a lui, lo opprime, come tutte le folle che sanno opprimere col loro potere senza autorità. Anche la folla anonima può diventare mezzo di oppressione.
Gesù lo sa, ecco perché aveva chiesto la barca in precedenza.
La donna gli lambisce il mantello, sa che sta compiendo un gesto che non deve compiere.
Gesù si avvede che qualcuno in mezzo alla folla ha bisogno di lui.
Sente uscire la forza del suo spirito che viene reclamato in mezzo a quel tumultuare di gente anonima.
Quando lo spirito agisce sa sempre dove indirizzare la sua forza.
Quanti di noi sarebbero capaci di muovere un dito per una sola persona che ha bisogno in mezzo a tanti?
Gesù sa cosa fare.
Il suo mantello rappresenta la capacità di ognuno di saper coprire, avvolgere, proteggere la persona che chiede un gesto di accoglienza.
E la chiama: Figlia, sei salva, va in pace sanata.
Figlia, tenero appellativo per una donna matura, forse più anziana del Maestro, eppure trattata come figlia, bisognosa di calore umano, di amore, di quell’amore negato da una società violenta, che in nome di una legge falsamente nominata divina escludeva le donne da qualunque ruolo.
Una donna che per la sua condizione era esclusa anche dal rapporto con Dio.
E Gesù sana quel rapporto, interrotto dalla nequizia umana e non certo dal volere di Dio.
Figlia, figlio, fratelli, sorelle nell’umano afflato di un mondo di uomini e donne uguali nel bisogno di amare e di essere amati.
Nessuno escluso, nessuno col divieto di accesso al cuore.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.