77 RIFONDAZIONE DELLA FEDE. VITO MANCUSO.

77 RIFONDAZIONE DELLA FEDE. VITO MANCUSO.
“Due possibili inizi del pensare.
“Quale problema ci poni, o figlio di Dionigi e di Doride, quando chiedi: qual è il fondamento di ogni male? Questo problema infatti è come una spina piantata nell’anima fin dalla nascita per cui chi non se la strappa non può mai diventare veramente partecipe della verità”. Cosi Schelling riporta, non senza significativi cambiamenti rispetto all’originale greco, un brano della Lettera Seconda di Platone ( che in realtà dicono gli esperti, di Platone non è, ma di un discepolo di circa tre secoli dopo). Il male e la questione della sua origine è la spina nella carne viva che inquieta l’uomo che crede in un bene assoluto, una spina che, fino a quando non sarà estirpata (cioè mai), procurerà sofferenza, dolore, lacrime, inquietudine, ricerca, pensiero. Si possono dare due diversi inizi del pensare. Il pensiero può nascere dalla meraviglia, come scrive Aristotele nel primo libro della Metafisica: “Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia”, oppure può nascere dal dolore, come scrive Hegel in un suo saggio giovanile: “La scissione è la fonte del bisogno della filosofia”. Il pensiero che nasce dalla meraviglia si chiede, felice, perché c’è qualcosa e non il nulla, e facendolo gioisce dell’essere. ….Il pensiero che nasce dal dolore, invece, si chiede perché la vita finisce con la morte, e perché durante la vita, l’ingiustizia domina sulla terra; è un pensiero intrinsecamente tragico, fin dal suo primo istante è una richiesta di mutamento e di salvezza”.
Il pensiero che nasce dal dolore sente il bisogno di giustizia e ha sete di salvezza, ed come suprema manifestazione la religione, quella “antitesi” tra Dio e il mondo di cui parla Sergej Bulgakov. Partendo dal dolore come luogo di origine del pensiero filosofico e religioso, Pavel Florenskij nella sua Colonna e il fondamento della verità scriveva: “Pare che l’anima ritrovi se stessa al cospetto di questa morte….”
Anche Franz Rosenzweig scrive dal fronte l’incipit della Stella della redenzione: “Dalla morte, dal timore della morte, prende inizio e si eleva ogni conoscenza circa il Tutto. Rigettare la paura che attanaglia ciò che è terrestre, strappare alla morte il suo aculeo velenoso, togliere all’Ade il suo miasma pestilenziale, di questo si pretende capace la filosofia”. Da sempre il pensiero religioso si prende il compito di strappare l’ultima parola alla morte. E non a caso i primi luoghi di culto siano stati le tombe dei morti. Non c’è religione che non conosca il male e non abbia un Dio del male o un principio del male. Per questo le religione si basano sul bisogno di salvezza, facendo magari anche a meno di Dio. Salvati dal male, tirati fuori da questo mondo dove esso imperversa. Davvero il negativo è il grande motore della storia spirituale dell’uomo.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.