Bonus matrimonio. E che abbiamo fatto di male?

Vi condanno marito e moglie! Bonus matrimonio ottenuto, quanto dura?

Il matrimonio è una promessa di sopportazione reciproca a tempo indeterminato, salvo licenziamento con o senza giusta causa. E-che-abbiamo-fatto-di-male

È il posto fisso da impiegato sentimentale nella vita di qualcun altro.

Niente più attese per una telefonata o un messaggio (l’ultimo cita: “Se vieni, non dimenticarti di portare il pane” e, dopo qualche mese, si è dimenticato di venire pure lui, in tutti i sensi). Una volta “assunto” eccoti rilassato, come il tuo addome, sul divano.

E pensare che il primo tutorial sul matrimonio ce lo hanno mostrato i nostri genitori; il problema è che solo dopo scopri che non c’era un problema di audio ma di dialogo.

L’ossessione per la doppia spunta blu, lascia il posto alla pillola blu. Il sesso si continua a fare sul divano, come ai vecchi tempi ma ognuno con il proprio partner virtuale, dall’altro lato del telefono. L’ultimo orgasmo reciproco si è raggiunto quando è arrivata la bolletta con scritto “non c’è niente da pagare”.

Mentre nella fase dell’innamoramento perdi 10/10, dopo il matrimonio hai la vista che pare un telescopio, con la quale di cadente non vedi le stelle ma ben altro.

Niente più corteggiamenti ma scoraggiamenti.

Si passa dallo stato celibe, allo stato bradipo, dalla femme fatale alla noia mortale.

Il matrimonio non serve più a legittimare i figli ma: la mancanza di attenzione reciproca, la noia biposto, i mal di testa, le pantofole, i rutti, lo sciopero a oltranza dell’estetista e i bigodini.

I parenti diventano merce di scambio, di contrattazione (“Se il 24 dicembre siamo con i tuoi, allora il 25 e il 26 dobbiamo passarlo con i miei”) o armi di distruzioni di privacy di coppia (“mia madre verrà a stare qualche giorno da noi; il tempo di sistemare il soffitto e alzare una parete”. E così scopri che la suocera non ha un soffitto ma la Cappella Sistina, non deve erigere un muro di cartongesso ma la muraglia cinese). Prima del sì, ti illudi di mettere, ogni giorno, in scena la famiglia del Mulino Bianco, dopo capisci che Forum è più nelle vostre corde.

“Il matrimonio fa male” soprattutto dopo una sentenza di divorzio… agli uomini. Credete sia un caso che si parli di casa di Barbie e non di casa di Ken? Sin da piccoli, cari uomini, vi trasmettono più segnali che valori, peccato che siate troppo presi dallo spogliare Barbie per coglierli.

Si dice che il matrimonio sia la tomba dell’amore e non è un caso che le persone che s’incontrano a un matrimonio sono le stesse che si incontrano ai funerali.

Il matrimonio non è un sacramento, è una penitenza, un sacrificio…ecco perché i rapporti di coppia sono spesso formati da più persone (lui, lei, l’altro, l’altra, l’altra, l’altra, l’altra…); è difficile sopportare questo peso solo in due.

E allora assumiamoci a tempo determinato con quella costante “paura” di essere messi da parte dopo 6 mesi e la voglia di dimostrare di essere insostituibili.

Non disperate! Prima o poi, l’amore ritornerà, magari c’è stata solo una piccola flessione che vostro marito ha voluto anche rappresentarvi fisicamente. E così vi ritroverete a riscrivere messaggi d’amore dopo che avrete portato il pane al vostro partner.

Qualcuno deve pur dirvele le cose, e non date la colpa a me stavolta. E-che-abbiamo-fatto-di-male?

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.