Dal Vangelo secondo luca
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Scegliamo sempre il bene dell’altro, non la nostra convenienza, e ne saremo ripagati con maggior utile.
Certo le funzioni pubbliche vedono sempre i potenti ai primi posti, ma per loro non c’è onore nello svolgersi della pubblica funzione.
L’onore lo si acquista quando quotidianamente siamo capaci di mettere da parte la nostra personale ambizione a favore della promozione di chi ci sta dietro. Così quando diamo un banchetto, non invitiamo chi potrà contraccambiare, questo lo fanno solo i pagani, che fanno il bene per ricevere il contraccambio. Il credente in Gesù invece deve stare dalla parte degli ultimi, i zoppi, i ciechi, gli storpi, i poveri. Coloro che nulla possono darci in cambio di ciò che doniamo a loro, se non un grazie per aver alleviato i loro bisogni e sofferenze. Come faceva quest’uomo che passando per la Galilea e la Samaria, regioni sconosciute alla storia del mondo, vi scrisse una storia indelebile con l’azione del suo operare per il bene degli uomini e delle donne di quelle terre. Insegnando un amore oblativo che da allora contraddistingue coloro che fanno parte del regno di Dio in terra.
Beati saranno infatti coloro che danno in cambio di niente, sapendo che non saranno contraccambiati.
Perché non c’è dono se lo si fa per il contraccambio, ma solamente scambio di interesse reciproco.
Invece è la generosità che deve contraddistinguere l’agire del credente: tu occupati dell’altro, vedrai che il Padre si occuperà di te.
Questa deve essere la fede del cristiano.