Fuori recinto la salvezza

Per molti credenti cristiani l’appartenenza alla chiesa cattolica sembra mirare al conseguimento della “vita eterna”. Il tempo presente per essi altro non è che tempo di prova per acquisire dei meriti da presentare al Dio giudice.

Infatti fino a non molto tempo fa ciò che contava era la salvezza dell’anima ed evitare la cosiddetta dannazione eterna.

La pratica cristiana veniva cosi ridotta alla ricerca di una conservazione dello stato di “grazia” sempre minacciato dal peccato incombente e dal diavolo tentatore che lo ha introdotto nel mondo.

In tal modo la dimensione sociale del cristianesimo come ricerca della giustizia e della pace sociale sono passati in secondo piano rispetto al messaggio sempre più pressante della salvezza e della redenzione, che si acquistavano a poco prezzo con gesti di pelosa elemosina, beneficenza o atteggiamenti devotamente pii, sullo stile della religiosità giudaica e farisaica, in una visione personale e particolaristica della propria religiosità, senza nessun altro obbligo che non fosse un atteggiamento incentrato alla spiritualità vuota e asfittica fatta di riti e preghiere ridotte spesso a inutili litanie, come via di fuga dal peccato, essendo la scelta da fare una alternativa tra cielo o inferno. Per cui non essendoci in questo differenza alcuna con le altre religioni, per superare questa insolita “uguaglianza” la chiesa cattolica poté affermare che fuori dal suo recinto non c’era nessuna possibilità di salvezza.

Il cattolicesimo divenne pertanto un club esclusivo e di pochi eletti, in cui ciascuno cura la propria personale salvezza senza nessun interesse per il mondo di fuori e i suoi problemi. Solo da alcuni anni, una attenta lettura delle sacre scritture e una certa teologia, della liberazione, hanno permesso di aprire gli orizzonti ad una spiritualità che era diventata sterile, mettendo in risalto le implicazioni sociali del messaggio di Gesù.

Questo non significa che il vangelo va visto come una ONLUS qualsiasi, ma è chiaro che il messaggio che esso contiene, di vivere una vita all’insegna del bene e della giustizia, non ricercando il proprio mero interesse deve spingerci non solo ad alzare le mani al cielo per invocare lo Spirito Santo, ma ad abbassarle sempre di più verso la terra per dare soccorso a chi chiede e a chi non possiede.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.