Credere laicamente

CREDENTI LAICAMENTE NEL MONDO DI CARLO MOLARI.

” Gli studi circostanziati e sempre più approfonditi sul cervello umano, hanno portato gli scienziati a formulare e mettere in luce “l’importanza delle esperienze in ordine alla formazione dei neuroni” e delle connessioni sinaptiche fra di loro. Si può dire che i processi che portano allo sviluppo dei circuiti cerebrali e delle cellule che li permettono, oltre che essere determinati geneticamente, sono anche determinate dalle esperienze quotidiane.”

Le esperienze creano rappresentazioni, stimolano e modificano i circuiti cerebrali, determinano la creazione o il rafforzamento dei collegamenti neuronali”, incidendo quindi fisicamente sul nostro cervello e rendendo importanti tutte le esperienze del vissuto, anche religioso.

“L’esperienza religiosa serve a stabilire connessioni cerebrali che rendono spontanea l’attitudine di fede. La fede in Dio è un atteggiamento vitale che si concretizza nell’abbandono fiducioso a Dio, nel vivere cioè tutte le situazioni in sintonia con la sua attività creatrice. La fede NON nasce quindi da DOTTRINE, bensì da testimonianze che inducono esperienze religiose sulle quali fioriscono poi quelle convinzioni che stimolano e maturano la fede.” La fede altro non è che accettare che in gioco nella nostra vita c’è qualcosa di più grande di noi, e che ci permette di accogliere l’azione di Dio, dandoci la possibilità di maturare e migliorare le nostre qualità umane più profonde. Accogliendo nella fede l’azione di Dio, “facciamo fiorire forme nuove di fraternità e giustizia”, e se riusciamo a portare in positivo le azioni negative riusciamo a creare nuovi percorsi cerebrali e si consolidano quelli stabiliti già dalle precedenti esperienze, e l’abbandono in Dio diventa più spontaneo e immediato. Questo esercizio vissuto con fedele costanza disegna la fisionomia interiore della persona e i suoi atteggiamenti di fronte alla vita. Questo in positivo; vediamo al negativo. Sono possibili altresì “esperienze religiose che NON sviluppano la fede perché stabiliscono connessioni cerebrali di altro tipo. Quando si pratica la religione per paura del CASTIGO di Dio o anche solo per OBBEDIRE alla sua legge e ottenerne ricompensa. I circuiti neuronali e cerebrali che si sviluppano non corrispondono alle dinamiche di fede, bensì alla paura del castigo o alla soddisfazione di aver compiuto il dovere o alla sicurezza di un ambiente comunitario protettivo.

La fede in Dio come tale in questi casi NON è in gioco. La fede si realizza in due momenti essenziali: quando accogliamo la forza dell’amore che ci nutre, e quando questa la esercitiamo, affidandoci a Dio. Aprendoci ad un amore disinteressato, scegliendo di comportarci con onestà, senza inganni e compromessi, allora avvertiamo che Bene, Verità e Giustizia, alimentano la nostra piccola esistenza e “la fede in Dio diventa il nostro stato mentale sostenuto dall’intreccio delle connessioni cerebrali, stabilite dalle varie esperienze compiute, e consolidate da ogni pratica religiosa che rinnoviamo”

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.