Perché muoiono i bambini e soffrono anche?
Dio è trascendente, l’assoluto, l’uomo è immanente, il finito.
Nessuna conoscenza di Dio è possibile all’uomo in questo modo essendo le due categorie incommensurabili. Qualsiasi concetto di Dio è una elaborazione oggettuale della mente e della coscienza umana, che proietta sul divino i desideri della sua limitatezza e finitezza: onnipotenza, infinito, eternità.
Qualsiasi pretesa rivelazione divina attraverso le scritture è costruzione concettuale e culturale dell’uomo.
Dio non ha mai parlato a nessuno e nessuno lo ha mai visto.
Il grossolano errore della teologia cattolica è stato quello di aver voluto coniugare in Dio l’idea della onnipotenza e della bontà, inventandosi una teodicea consolatoria ai più, ma falsa, perché il male non può essere voluto né permesso da un Dio onnipotente e buono.
Se Dio è onnipotente e permette il male allora non è buono.
Quindi se il male c’è esso è insito nella creazione perché non perfetta e non finita, ma in evoluzione, e noi immersi in essa subiamo il male non perché voluto da qualcuno ma come facente parte del mondo.
In cui Dio è assente e da cui si astiene dall’intervenire, sia per il bene che per i male.
Si chiama Libertà.
E’ un assurdo teologico tenere insieme questi due concetti parlando di Dio, come tante altre della teologia cattolica che assieme all’impiantistica religiosa contribuisce a svuotare la spiritualità e il ruolo guida del cristianesimo.
Cosa è l’impianto della religione?
Immaginate per assurdo una famiglia in cui ogni domenica i figli devono presentarsi al padre e inginocchiandosi devono chiedere perdono delle marachelle e dei dispiaceri a lui arrecati! E’ da gente normale una cosa del genere?
Eppure la religione, specie la cattolica lo ha istituzionalizzato e reso funzionale al potere sui credenti e lo vorrebbe estendere a tutti gli uomini. Follia, che da nessuna parte esiste nella predicazione della buona novella di Gesù di Nazaret.