Come saremo…

Non esiste, secondo me, un cielo nel quale risiede un dio con le madonne e con le anime dei santi e di tutti quelli che ci hanno preceduto in questa vita.
Questo è assodato anche da noi credenti del 21° secolo.
Poi che ce ne siano altri di credenti che vogliono il loro paradiso e una eternità a modo loro si accomodino .
La nostra vita che è già eterna fin da prima del momento in cui essa si manifesta, non viene interrotta dalla morte, ma continua trasformata e nel mondo che conosciamo.
Basta tenere presente la trasfigurazione di Gesù sul monte davanti ai tre discepoli riottosi e testardi.
Chi ha amato viene ricordato e vive nei cuori di chi lo ama.
Chi è stato artefice di odio non so in quali cuori viva e come, se non continuando a seminare pensieri di morte, non certo a favorire la vita.
Che è la missione a cui siamo chiamati tutti.
La mia visione evolutiva dell’essere non mi permette di pensare che tutto vada in una direzione di massima disorganizzazione e caos.
Perché se la vita nell’universo ha impiegato 14 miliardi di anni per dare a noi umani la possibilità di pensarci al centro di esso, e acquisire questa coscienza, salvo la ottima possibilità che altre vite ed esistenze già lo facciano, è la conferma che tutto tende ad unificarsi e armonizzarsi.
Io dico in uno stato di massima armonia spirituale, e ci credo. Gli atei credono nel nulla, o nel ritorno al caos, ma ci ritroveremo abbracciati e danzanti fra le polveri stellari da cui proveniamo e verso cui siamo diretti.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.