La parola che salva

L’istituzione religiosa sa di contrabbandare per volontà divina una legge che è invece un insulto alla intelligenza e alla logica umana, e per fare ciò  e riuscire ad imporsi alle persone usa la paura. E così ci viene mostrato il volto di un DIO TERRIBILE che colpisce con le più disparate maledizioni chi non obbedisce ai suoi precetti. D’altronde il famigerato “extra ecclesiam nulla salus” che procurò persecuzioni e continua a creare discriminazioni, nasce anche da una ferrea e rigida convinzione che la legge divina va osservata e che garante e custode di essa sia l’istituzione religiosa che rappresenta Dio in terra. Invece per Gesù nulla di tutto questo. Prima di ogni cosa per lui viene il bene dell’uomo. Egli non ha istituito nessun culto o rito religioso, e sempre ha accolto chiunque fosse nel bisogno.  La nostra religione invece spaccia la figura di un Dio che spesso invece di unire ci divide, tra chi ha meriti e chi non li può vantare.  Quando invece siamo tutti accomunati dal bisogno e dal nostro desiderio di felicità.  Gesù ha sempre operato per soddisfare i bisogni primari degli uomini che incontrava sulla sua strada, ecco perché le sue parole erano parole di vita. Egli sa che la sua parola viene direttamente da Dio e non dagli uomini, e non ha bisogno di imporla con minacce e paura. L’uomo sente che con essa può realizzare le sue aspirazioni di pienezza di vita e vi aderisce spontaneamente e liberamente, e solo allora si pone alla sua sequela.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.