Auguri

La vita eterna che Gesù ci dona non è per il futuro ma per il presente, adesso.
Insegnandoci a farci pane per gli altri, egli ci indica il modo di acquisire una qualità di vita che sconfigge la morte, poiché l’unica cosa che ha valore eterno è il bene che si fa agli altri. Morendo coerente a questa idea egli mostra come possa l’amore essere speso fino all’ultimo sospiro nei confronti di chi opera il male nei nostri confronti.
Secondo Gesù la morte è una trasformazione che comincia già in questa vita, la quale si arricchisce del bene che produce. ( la trasfigurazione sul monte)
Ciò comporta l’acquisizione della pienezza della condizione divina che ci permette di continuare a collaborare con Dio alla continua creazione del mondo.
La morte consente ad ogni uomo di esplodere nella vita senza fine, se vissuta all’insegna del bene e del dono di sé.

Nessun vangelo, dei 4 canonici, ci dice come Gesù è resuscitato; ma tutti ci danno indicazioni precise su come sperimentarlo così, come il Vivente.
Fare l’esperienza di Gesù risorto, vedere e rendere visibile Cristo in mezzo a noi, nella sua comunità, è possibile applicando alla nostra esistenza l’insegnamento dell’amore agape: le Beatitudini, predicate sul monte di Galilea.
Ecco perché il vangelo di Matteo ci invita ad andare sul monte in Galilea per vederlo resuscitato.
La comunità dei credenti è una comunità composta da Signori: il ricco è colui che dà e possiede, il Signore è colui che dona.
Nella comunità di Gesù, che è il regno di Dio sulla terra, non si possiede ma si condivide; non si sale nella scala del potere ma si scende; non si comanda agli altri ma si serve.
Solamente così rendiamo la resurrezione di Gesù da un puro atto di fede un atto storicamente rinnovabile e sempre attuale in ogni tempo e luogo.
Poiché Pasqua significa passaggio, sia per noi tutti il passaggio da una vita di macerie ad una vita di costruzione del bene di sé stessi e degli altri.
Morire al passato dell’ego e rinascere alla vita nuova dell’amore che si dona gratuitamente.
Solo così possiamo essere coerenti con gli auguri che ci scambiamo in questi giorni.
Se no, no.
Auguri
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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.