VIAGGIO IN ANDALUSIA 3: CORDOVA

  • La mattinata è uggiosa quando ci apprestiamo da Siviglia ad entrare a Cordova. Siamo nella città che è il cuore del Islam in Spagna, la vecchia gloriosa capitale dell’impero islamico che intorno all’anno 1000 D.C. raggiunse l’apice del suo fulgore. Ma anche durante l’impero romano la città era riconosciuta importante, seconda alla sola Roma in tutto l’impero. Essa ha dato i natali a Seneca, il filosofo della antica e mai tramontata saggezza romana, e anche a Maimonide e Averroè due dei sommi filosofi e medici del secolo d’oro dell’Islam.  Attraversata dal fiume Guadalquivir, che ne fu ad un tempo difesa e via di comunicazione, quando divenne capitale della conquista islamica della Spagna, la città si arricchi di monumenti sfarzosi e preziosi. Nel X secolo fu terminata la costruzione della Mezquita, definita il tempio musulmano più bello del mondo. In esso si dice sia conservato come reliquia il braccio di Maometto, anche se non l’ho visto, ma che sia bellissima e sia stata centro di pellegrinaggio secondario solo a La Mecca è sicuro. Una grande moschea ospitata in una fortificazione arricchita di splendidi portali gotici ornati, dal classico giardino orientaleggiante che tanto i ha ricordato quello della Zisa a Palermo, e un interno che è una meraviglia. Perdersi in una foresta di colonne e capitelli, in origine più di 1000, in un tempio musulmano in cui l’unico orientamento da osservare è la direzione dove sorge il sole e dove si trova la  cripta del MRAB, arricchita di arabeschi e versi del Corano. Nessuna figura all’interno di quello spazio sacro, ma l’imponenza del monumento ti ispira il senso del divino che pervade la persona che vi entra consapevole di essere al cospetto della grandezza di Dio che si manifesta nel genio e nella operosità umana, che crea opere magnifiche come quella. Poiché nula è eterrno a questo mondo, la Reconquista dei territori islamici da parte dei re spagnoli portò la trasformazione della Mezquita in tempio cristiano, senza però farne perdere le caratteristiche di quello musulmano. E cosi all’interno della moschea fu eretta a spese di una parte di essa, la cattedrale cristiana, barocca e ornata di manufatti splendidi, che interrompono lo splendido colpo d’occhio che in origine la sola moschea riservava al pellegrino. Ma la legge dei forti impone anche le religioni, e così in nome del dio cristiano bisognava deturpare la bellezza delle vestigia del dio musulmano. Usciti dalla moschea ci addentriamo nelle viuzze della Juderia, sede di una sinagoga, viuzze strette con le facciate bianche arricchite dai colori dei fiori o dagli articoli da regalo e souvenir che stanno fuori dei piccoli negozi. Una gioia degli occhi e del cuore, una scoperta continua di angoli suggestivi e poetici cortili, ove immagino le romantiche passeggiate al brillìo delle stelle del cielo andaluso.  “Oh mura eccelse, oh torri incoronate di onore, di maestà, di gagliardia! Oh grande fiume, re di Andalusia dalle sabbie nobili quando non dorate! Oh fertile pianura, montagne elevate che il cielo predilige e il giorno indora! Oh sempre gloriosa patria mia, tanto per le penne come per le spade! (da A Córdoba)”. Così la canta il poeta Luis de Gongora vissuto nel 16° secolo D.C.
    Proprio grazie alla ricchezza di queste antiche dominazioni Cordova possiede il centro storico più grande d’Europa, dichiarato dall’Unesco come il maggiore spazio urbano al mondo e Patrimonio dell’ Umanità. È esattamente in questo Centro Urbano che si trova la maggior parte degli edifici storici della città. Tra questi appunto la Moschea di Cordoba, l’edificio simbolo della città ed attuale Cattedrale che, assieme al Ponte Romano formano uno degli angoli più conosciuti di questa città. Il Ponte Romano rimase l’unico ponte cittadino sul fiume, fino al XX secolo, quando venne costruito il Ponte di San Raffaele. Costruito nel I secolo, venne ristrutturato quasi completamente nel 2008: è lungo 331 metri ed è formato da 16 archi (in origine 17), e di qui passava la Via Augusta. All’epoca romana appartengono anche il Teatro romano, il Mausoleo Romano, l’Anfiteatro, oltre ai resti del Palazzo dell’ Imperatore Maximiliano ed il sito archeologico di Cercadilla.
  • Adesso la tappa forse più suggestiva.Granada

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.