Marco 10, 43 VANGELO DEI GRANDI

Teologizzando il quotidiano.

Il vangelo ci racconta la vita di tutti i giorni di un gruppo di persone che sono riuniti attorno ad una idea e ad un uomo che la espone. Una idea che fa primi a tavola e nel regno di Dio coloro che sono ultimi. Una idea di rinuncia all’onore e al potere.  E che preannuncia persecuzione e croce come maledizione, a chi ad essa si mostra fedele e coerente.

Perché il nostro mondo non sopporta gli ultimi, non rinuncia all’onore e alla fama che da essa deriva.            Tutti vogliono sedere alla destra e alla sinistra del potente, per dominare ed essere a loro volta dominati.  “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. 43 Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, 44 e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti”. ( Marco 10,43-44).
Spesso questa idea non coincide con quello che pensano gli uomini e le donne che accompagnano o seguono questo Maestro.
Per poco ci credono, altre volte rifuggono questo ideale di vita e di umanità, abbandonano il campo con vigliacca sollecitudine.
Oppure cercando di opporsi a quello che il loro Maestro dice loro.
Certo vivere è difficile.
Imparare a vivere ancor di più.
Veniamo al mondo e non sappiamo fare nulla.
Dipendiamo completamente dagli altri, in tutto e per tutto.
Senza la mamma che accudisce i piccoli nessuno arriverebbe a superare i primi morsi della fame e del freddo,
Abbiamo bisogno per vivere, di amore.
Poi magari cresciamo, ci sentiamo forti e superiori. E crediamo di avere il diritto di stare sopra gli altri, non accanto. 

Dimentichiamo che non stiamo al mondo perché siamo forti, ma perché qualcuno si è preso cura di noi nella nostra debolezza.
Allora cominciano i contrasti e i dissidi.
Come i seguaci antichi di quel Maestro, così grande e insuperato. “All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni”. (Marco 10,41)
Dobbiamo imparare a vivere.
Ci sono persone che non vivono.
Semplicemente si lasciano vivere, così facendosi attraversare dal tempo e occupando lo spazio loro concesso.
Eppure neanche le piante e gli animali si lasciano vivere come spesso succede a molti di noi.
Essi cercano fertile terreno dove affondare le radici per nutrirsi e spazi di cielo per avere luce e aria, e lo fanno sempre, incessantemente.
Gli animali cercano prede più o meno facili per mangiare e vivere.
Noi se ci lasciamo vivere moriamo lentamente e non ce ne accorgiamo.
Allora dobbiamo imparare a vivere.
Dobbiamo cercare con fatica di abbandonare l’idea che siamo il centro del mondo e ricordarci che ci siamo qui ed ora perché qualcuno ci ha dedicato la propria vita.
Se riusciamo a capire questo concetto, prezioso, che ci sono gli altri per noi e con noi, se usciamo dagli schemi comuni dell’interesse personale e ci mettiamo in gioco per l’altro forse l’antico dissidio tra i discepoli e quel Maestro sarà sanato.

“Infatti anche il Figlio dell’uomo è venuto non per farsi servire, ma per servire e per dare la propria vita come riscatto per la liberazione degli uomini”.
E ce ne gioveremo anche noi.
Cosa fare mi dite?
Ah, dimenticavo.
Amare.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.