Tele sfregiate

Quando prendo in esame la mia vita mi spaventa di trovarla informe.
E nello stesso tempo così ingarbugliatamente indefinita, spezzettata, e spaventosamente incompleta.
Come se non avessi ancora messo nessun punto fermo, senza contorni netti, sfumata, misteriosa…
Sono appassionato di calcio ma da almeno 30 anni non tiro calci ad un pallone: seguo la politica con calore e incazzature ma non sono mai stato manco consigliere di quartiere o di condominio; adoro la musica ma non conosco un accordo di chitarra o pianoforte; mi piace la letteratura ma non ho scritto niente di favoloso; mi piace l’arte ma non sono certo un artista.

Direi che la mia vita è come un acquarello di un pittore che sta miscelando i colori sulla tavolozza e comincia a delineare il paesaggio sulla tela. Affiorano qua e là tra i componenti di cultura e di istinto indefiniti del mio essere me stesso, le cime auree e granitiche di alcune certezze e su per i fianchi di questa montagna da scalare le frane immancabili in ogni esistenza umana, che talvolta ci sbarrano il passo, talvolta ci ingegnano a proseguire per vie diverse….Poi si arriva sulle sponde di un fresco laghetto, e la ninfa benigna dei boschi corteggia il profilo indistinto tra le fresche acque in cui riesco a specchiarmi e intravedermi. E certezze e dubbi cedono il passo alla bellezza della vita, sempre vittoriosa
/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.