La ricorrenza del Natale, una tradizione che non c’è nei vangeli, in cui i cosiddetti vangeli dell’infanzia di Gesù furono redatti in epoca tarda, da Luca e Matteo, non certo da Marco. Nel vangelo più antico infatti, quello di Marco, non ci sono narrazioni riguardo la nascita di Gesù. Matteo e Luca hanno elaborato teologicamente questo evento, non certo da un punto di vista storico, essendo storicamente inesistente l’evento nei vangeli, ma teologico. Hanno cioè elaborato, anticipando alla nascita, quel nucleo principale del vangelo di Marco basato sulla passione. Ecco allora che tanti particolari narrati nei vangeli dell’infanzia si legano alla morte di Gesù. E così alla nascita è già presente la morte. un DIO che condivide la carne dell’uomo e i limiti della sua esistenza, non può essere un alieno per caso o un semidio. Egli è uno come noi, egli è NOI, coi limiti dell’umanità, la morte, e col peccato degli uomini, l’ingiustizia alla quale lui stesso fu soggetto. Maria “fascia” Gesù e lo “depone” in una mangiatoia; i Magi offrono doni e compiono azioni che rinviano alla sepoltura, doni per un defunto, non certo un bambino appena nato. Erode che complotta per uccidere il bambino prefigura lo scenario ostile in cui Gesù si muoverà in tutta la sua esistenza e che lo condannerà alla fine a morte; e ancora come l’ostilità del faraone che poteva bloccare con un genocidio, l’esodo non ancora iniziato della tribù di Israele. Ecco, se solo pensassimo di vedere le cose con occhio pulito da come certe prediche ce lo hanno presentato, forse riusciremmo a cogliere meglio e più profondamente il significato del Natale, un dio che viene per morire perché non ha trovato “raddrizzate le vie del Signore”, e ci insegna come farlo. Pagando di persona, perché l’amore solo con l’amore viene ripagato.
BUONE FESTE a tutti dal doc.
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