Perché Gesù è morto? Per i peccati da redimere?
NO!
Gesù è stato solidale fino alla fine con la sua idea: quella di realizzare una comunità di credenti che avrebbero mostrato l’amore del Padre uguale per tutti gli uomini, meritevoli e non. E fedele a questa idea, in cui il regno di Dio in terra doveva essere un regno di uguali, dove nessuno avrebbe sopraffatto e comandato sugli altri, o accumulato per se stesso, ma avrebbe servito gli altri facendosi ultimo per essere primo nel regno di Dio in terra, andava a scontrarsi con chi deteneva il potere religioso e politico.
Questi detentori del potere terreno di Mammona servi quindi del principe di questo mondo, non potevano certo vedere capovolti i paradigmi su cui era impostata la società di quel tempo. Ma anche quella di oggi, dove la forza e la volontà di potenza sembrano vincenti nei confronti dell’amore e della solidarietà umana.
E in ogni angolo della terra, dove l’amore per il potere sconfigge il potere dell’amore, c’è sempre un uomo Gesù che lotta per sconfiggere questo demone che avvelena la vita degli uomini e impedisce l’avvento del Regno. La storia dei peccati e della loro redenzione va vista in un’ottica diversa e meno clericale di come si è soliti trattarla.
Vi è peccato la ove regna l’ingiustizia, la sopraffazione, l’egoismo. Una società che non promuove la crescita umana e la valorizza, come faceva Gesù incontrando i derelitti, i peccatori, I pubblicani e LE prostitute, è una società immersa nel peccato.
Che non sono i classici precetti da sacrestia, ma ben altro più grave e letale. E’ da questa ingiustizia che ci dobbiamo salvare. Perché ci è comodo pensare che Gesù è morto al posto nostro. Gesù non si è fatto carico di nessun peccato, ma dal peccato è stato messo in croce e ammazzato. E resuscitando ci ha mostrato come una vita spesa per amore e con amore trionfi su tutto alla fine: anche sulla morte.