LIBERI PECCATORI

I miei carissimi amici cattolici e ferventi devoti devono spiegarmi perché presi dall’entusiasmo della loro fede religiosa, si lascino ghermire dall’euforia e dicano che la morte in croce di Gesù ha liberato l’umanità dal peccato.
Quindi a questo punto, dico io, non avremo più bisogno dei sacerdoti intermediari tra Dio e l’uomo e del tempio dove espiare le colpe. Abbiamo impiegato 2000 anni ma finalmente ce l’abbiamo fatta!
Oppure….ma… se ogni domenica o precetto pasquale ci si inginocchia nel confessionale vuol dire che si peccca ancora!… Vuoi vedere che alla fine è morto invano? Impossibile, allora è morto per un altro motivo, d’altronde la storia del Padre che voleva il sangue del figlio per cancellare le colpe era troppo medioevale, antica, addirittura i primi cristiani la usavano per giustificare un dio crocifisso di fronte alla derisione dei pagani! No, no. Il motivo sicuramente era molto più serio e fondato e facendo qualche piccolo sforzo, concentrandosi sulle pagine del vangelo si nota quale poteva essere. Dalla prima manifestazione di Dio in Gesù, è l’amore la parola chiave di lettura degli eventi cristici. Solo l’amore salva e redime, e sulla croce, dove viene appeso, Gesù offre quell’amore che lui per tutta la vita volle manifestare fino all’ultimo. D’altronde è più bello morire per amore delle persone che si amano che non per espiare qualche colpa al posto di un altro, ammesso che colpa c’era.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.