Visto il teatrino dell’aborto del Po.
Si presenta con troupe televisiva al seguito in un normale condominio alla periferia della dotta Bologna.
Quanto dotta vorrò vederlo alle prossime elezioni regionali…
Siamo in campagna elettorale, e quello che una volta i politici di un certo spessore culturale e perché no, anche umano, facevano, erano i comizi nelle pubbliche piazze.
Soppiantati poi dai dibattiti televisivi e dalle tavole rotonde.
All’epoca chi suonava al citofono e poi scappare erano i monelli di strada del quartiere vicino, oppure i testimoni di Geova, che continuano tutt’ora imperturbabili, o gli spiritosi che dopo aver suonato, alla domanda “Chi è” rispondevano Io, o al massimo “tua sorella”.
Poi c’erano quelli che facevano la campagna elettorale porta a porta, non da Vespa, ma nelle case degli italiani di una volta. Si andava in gruppo, con un rappresentante del partito, o con l’onore di avere il vero candidato al seguito, e ci si fermava a chiacchierare e esporre programmi politici più o meno ambiziosi e veritieri.
In realtà spesso tutto si concludeva con la classica stretta di mano, con la aleatoria ( parola infame, non dovrei usarla) promessa dell’onorevole di turno, e la classica frase di commiato: ” STIA TRANQUILLO, CI PENSO IO”, che a secondo da chi la pronunciava, elettore o futuro eletto, assumeva diverse connotazioni.
Adesso che siamo nella odierna e moderna Italia, questa preistoria politica che ho accennato è stata sostituita da azioni più o meno cialtronesche, incarnate da politici da burla e da operetta che neanche conoscono i congiuntivi o neanche sanno cosa significa far cadere un governo per un mojito in più.
Succede così che un figlio aborto del fiume Po va a bussare in corso di campagna elettorale ad un citofono di un cittadino qualunque.
E chiede imperterrito se è li che abita un tunisino che col figlio spaccia droga nel quartiere.
E ride, l’ebete, quando il chiamato chiude il citofono, e imperterrito ci riprova.
In un paese civile un ex ministro dell’interno non può permettersi queste indecenze.
Indecorose per lui e per le istituzioni che rappresenta.
Passibile di denuncia e in ogni caso sicuramente colpevole di poca delicatezza umana e personale.
Un certo modo di fare politica che ci ha portato ad un livello così basso che abbiamo veramente toccato il fondo.
Solo che invece di risalire ci si affanna a toccare fondali sempre più bassi, in onore del detto che al peggio non c’è mai fine.
Ma si sa che a raschiare il fondo del barile prima o poi si incappa in qualche brutta sorpresa.
Metti che siano barili di sardine.
Ti auguro buona indigestione, o aborto del Po.