IL SACRIFICIO

” Sull’annosa questione del significato religioso del sacrificio devo rilevare che è sempre grande il travaglio dei credenti per riuscire a liberarsi della mentalità sacrificale e, per i cristiani, di prendere congedo dalla categoria anti evangelica di sacrificio (Mt 9,13 2 12,7). Così accade che da una parte si critica sdegnati l’idea sanguinaria del sacrificio espiatorio come risarcimento offerto alla divinità, ma dall’altra puntualmente si recupera la categoria del sacrificio o affermando che ci sono altri e migliori significati di questo termine, o dicendo che quello di Gesù è stato l’ultimo e unico sacrificio, o facendo valere l’etimologia del “sacrum facere” e così via. L’ambiguità, la contraddittorietà e la debolezza di queste letture mi sembrano evidenti, anche li dove diano proposte da credenti dotti e progressisti”. ROBERTO MANCINI, Per Un Cristianesimo Fedele. Cittadella ed.
Quando Gesù pronuncia la parola “sacrificio” lo fa per escluderlo, invitando chi lo segue a fare la volontà del Padre, che non vuole sacrifici, ma misericordia (Osea 6,6). Ancora più irritante e inusuale è il fatto che questa parola manca nel vangelo da cui è stato tratto il rituale liturgico della celebrazione eucaristica, laddove il celebrante recita: ” Questo è il mio corpo offerto in “sacrificio” per voi”. mancante in Luca 22,19. Poiché queste due cose non stanno bene assieme, sacrificio e misericordia, progressivamente la misericordia ha lasciato il passo al sacrificio. E così la spiritualità e la vita del cristiano si è ammantata di un’aureola di lutto e visioni funeree che avendo al centro la croce, ne travisano significato e importanza, come se essa fosse il simbolo di un desiderio di vendetta sull’umanità peccatrice che Dio chiede di placare al Figlio col suo sangue. “La pratica del sacrificio non è l’espressione di un innocuo zelo liturgico e religioso, è la struttura di una comunità ingiusta e vittimistica
Tutti i profeti sono stati perseguitati e la loro parola è stata respinta in omaggio a questa struttura idolatrica”

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.