Il peccato

Nei Vangeli quando si parla di peccato ci si riferisce sempre ad una situazione di ingiustizia e di sofferenza che l’uomo esercita nei confronti del suo simile, che tengono legati gli uomini che la esercitano in una sfera esistenziale che impedisce la crescita e la promozione umana, personale e degli altri.
Ecco perché il bisogno di conversione, di cambiare atteggiamento di vita volgendola al bene e a favore di ogni essere vivente.
Incontrandosi con Gesù e con la sua Parola, questo peccato non viene più commesso, e viene completamente “cancellato”, non comparendo mai più.
Chi da adesione a Gesù non commette più “peccati”.
Anche se il peccato viene cancellato, ( Dio cancella non perdona, perché il perdono è proprio degli uomini), in questo cammino verso la nostra pienezza di vita all’insegna della Parola, si possono commettere errori, sbagli, che possono offendere e far soffrire le persone attorno.
Questo fa parte di un processo naturale, che non sono mai peccati che richiedono il perdono di Dio, in quanto egli già ha cancellato il vero Peccato, che nella comunità che ha incontrato Gesù non esiste più, ma sono delle mancanze che vengono perdonate dagli uomini reciprocamente.
E’ il tempio che ha inventato il rito della confessione, non presente nei vangeli.
Il passato peccatore cancellato si dimostra con una nuova forma di vita.
Una vita tesa a realizzare il regno di Dio sulla terra e a cui tutti sono chiamati a partecipare, non necessariamente nella chiesa.
La religione ha inventato il peccato come legge, rivendicando a se stessa il diritto e la capacità di perdonare.
L’uomo che sta nella religione è in una trappola senza fine, chiamato ad essere degno per meritare il Signore e ad avere meriti per acquisirne l’amore, viene tenuto lontano fino a quando non si sottopone ai riti di purificazione confessionali, che come una smacchiatrice pulisce e candeggia a richiesta, dando la possibilità di avere assoluzioni anche di crimini e misfatti in nome della misericordia divina, che non avrebbe bisogno di tante cerimonie per esercitarsi.
In ogni caso un buon prete deve essere spesso un bravo psicologo per curare disagi e favorire all’incontro con la misericordia divina, eliminando la casistica delle colpe e fidando nella Parola del Signore. (gioacchino lagreca).

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.