” Il mito e la verità.
Solo gli ingenui possono pensare che l’albero del bene e del male non esiste. Il fatto che sia un elemento mitico al’interno di un racconto mitico non significa che non sia degno di verità come un evento storico; significa che lo è di più. Il mito è più vero della storia. Ciò che è storico è realmente accaduto un volta, ciò che è mitico accade realmente ogni giorno. Il mito è la forma più originaria che il pensiero umano abbia elaborato per dire la verità intuita, quella verità che ci circonda da ogni parte, e che da una parte è diversa dall’altra, e che appena ci ha fatto vedere bianco subito dopo ci dice nero, e sembra proprio che voglia scherzare con noi, e sarebbe un gioco bellissimo, il più emozionante di tutti, se poi non ci fosse il dolore, qualche volta, a rovinare tutto, se poi non ci fosse la morte. Quella verità che coincide con la vita.” La verità è vera se coincide con la vita intera; e la vita non è né un punto né una retta, ma una sfera, un ellissoide come quella che la terra compie attorno al sole. E l’uomo ne è un impercettibile punto. La nostra coscienza, il nostro intelletto, la nostra ragione sono solo un punto dell’ellissoide; la verità è l’interezza dell’ellissoide. Cosi il mito non è il pensiero di un singolo uomo, ma la sedimentazione stratificata del pensiero di generazioni di uomini alle prese con l’enigma della vita. Il mito inserito coerentemente con altri miti, associati talvolta ad elementi storici, può generare una visione del mondo unitaria che dà origine alla Religione, la cui etimologia sta ad indicare un legare assieme. Il pensiero, le tradizioni, anche millenarie che sono tenute assieme dalla religione, tanto più viva quanto più tale legame con la tradizione è stretto, evitando però di assolutizzare tale rapporto, rendendolo cosi esclusivo da rendere muto lo Spirito che può animarla. Cosi dopo aver visto come il mondo è animato dalla forza che nell’uomo si esprime come volontà, adesso sotto l’albero del bene e del male, Mancuso si appresta ad esaminare da par suo il dogma del peccato originale, perché è qui che si gioca la partita tra volontà e la libertà degli uomini, tenendo presente come dice Diogneto, che è nel cuore dell’uomo che sono piantati gli alberi della conoscenza e della vita
Pensare di abbracciare con la ragione, con la nostra coscienza l’intero della realtà e della vita è vano. Noi siamo all’interno di un grande processo esistenziale, abbiamo molti limiti e possiamo cogliere solo frammenti di quel mistero che si chiama vita. E parlare della vita e della verità con la presunzione di conoscerne fondamenti e di avere in tasca la verità è quanto di più presuntuoso e sbagliato possa esserci, tipico delle persone che hanno alla base il fondamentalismo di una fede irrazionale e cieca. Invece la vita e la verità vanno vissute ed edificate giorno per giorno, nella scoperta e nella meraviglia, nelle gioie e nel dolore che caratterizzano l’esistenza, e nel suo svolgersi ci lascia intravedere quei barlumi di azzurro in un cielo fosco che ci rassicurano sempre della presenza del sole anche se non lo scorgiamo