Il già e non ancora

Si è fatta sera.

Non è primavera, ma neanche inverno come dovrebbe.

L’aria non punge sulla veranda.

Nostalgia di chissà cosa, ti prende lentamente e ti illanguidisce l’anima.

Chissà cosa o chi è…

Guardo…Lontano.

Oltre i monti c’è il mare, non distante quasi se ne avvertono profumi e brezze.

Da quella parte il sole poco fa è tramontato accendendo il cielo ad ovest di un rosso infuocato.

Adesso si vedono luci rette, che non sfumano, ma disegnano delle figure quasi geometriche, precise.

Come se le stesse strade illuminate della città si ripetessero tra l’aria e la terra ad indicarci improbabili e incerti cammini per incontrare l’infinito.

E chissà che non sia proprio una strada di luce colorata quella che stiamo percorrendo senza accorgercene che si aprirà davanti a noi quando si spegneranno altre flebili luci che ci fanno ombra.

Intanto voglio sognare un mondo lontano.

Che ho intravisto per pochi momenti in certe serate.

Lontane.

O vicine.

Non ricordo.

Ma sono certo…

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.