Si è fatta sera.
Non è primavera, ma neanche inverno come dovrebbe.
L’aria non punge sulla veranda.
Nostalgia di chissà cosa, ti prende lentamente e ti illanguidisce l’anima.
Chissà cosa o chi è…
Guardo…Lontano.
Oltre i monti c’è il mare, non distante quasi se ne avvertono profumi e brezze.
Da quella parte il sole poco fa è tramontato accendendo il cielo ad ovest di un rosso infuocato.
Adesso si vedono luci rette, che non sfumano, ma disegnano delle figure quasi geometriche, precise.
Come se le stesse strade illuminate della città si ripetessero tra l’aria e la terra ad indicarci improbabili e incerti cammini per incontrare l’infinito.
E chissà che non sia proprio una strada di luce colorata quella che stiamo percorrendo senza accorgercene che si aprirà davanti a noi quando si spegneranno altre flebili luci che ci fanno ombra.
Intanto voglio sognare un mondo lontano.
Che ho intravisto per pochi momenti in certe serate.
Lontane.
O vicine.
Non ricordo.
Ma sono certo…