I divorziati e l’eucarestia

GRIDO DI DOLORE INASCOLTATO.

PARTIAMO DALLA LEGGE:
un divorziato risposato e/o convivente vive in peccato mortale, perché non potendosi il matrimonio annullare e cancellare, per la nostra religione, è considerato concubino e in peccato mortale per giunta.
Quindi niente eucarestia!
Perché non può confessare e avere perdonato un peccato che viene proseguito e consumato nel tempo.
Questo per fare chiarezza a me stesso.
Ora se il matrimonio è un sacramento, cosa rende un sacramento segno indelebile?
Io non so precisamente cosa dice la dottrina al riguardo, ma il mio buon senso umano e la scarsa conoscenza del dettato evangelico, mi spingono ad intendere che l’amore è il segno visibile del sacramento matrimoniale.
Se questo non è più presente in una coppia, che cosa essi stanno a consacrare?
Forse una vita infelice in due, magari con figli, in nome di un sacramento che non esiste più, e che in nome di una malintesa carità cristiana si deve offrire a Dio e in lui sperare?. Forse sono indelebili i coniugi e la loro promessa formulata davanti a Dio?
Ma se le parole non trovano riscontro nei fatti, che valore hanno?
Il “SI” pronunziato ufficialmente e consensualmente non seguito da una vita di coppia in amore e fedeltà, che valore sacramentale ha?
Il sacramento, qualsiasi, è efficace se produce effetti visibili nella vita di ognuno di noi: tale è il battesimo se io sono cristiano e credente, tale è l’eucarestia se io metto la mia vita al servizio di altri, cosi il sacerdozio.
Gesù è stato tradito e rinnegato dai suoi stessi discepoli che erano immersi nei sacramenti veri della presenza di Gesù.
Quindi non è il rito che fa il sacramento, ma la nostra vita. Credo che lo svuotamento spirituale del cristianesimo consista proprio in questo errore: aver dato la prevalenza al rito invece che alla sostanza della vita di ognuno.
Ecco perché un mafioso assassino può fare la comunione e un divorziato no.
E poi l’eucarestia non è un premio per i più buoni e puri, ma è pane per tutti, soprattutto per i malati.
Gesù su questo è stato chiaro: non ha fatto distinzioni, ha detto “prendete e mangiate tutti”, mica ha aggiunto tranne i divorziati, i pubblicani e le prostitute!
E quando divide e condivide i pani e i pesci tra folla, massima espressione eucaristica, non passò certo in rassegna i meritevoli e non.
Erano bisognosi e affamati, solo questo conta.
Allora mi sovviene questo: uccidi tua moglie, e cosi uxoricida, confessato e pentito puoi comunicarti.
Divorziato e bisognoso d’aiuto spirituale, no, nessuna eucarestia!

(La domenica mattina, riflessione dedicata a chi esprime dubia sull’Amoris Laetitia)

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.