I pentiti a convenienza

Così ogni tanto da qualche parte del mondo all’interno della istituzione ecclesiastica cattolica arrivano gesti di pentimenti di prelati più o meno altolocati, che dichiarano di aver abusato di minori e di essersi pentiti chiudendosi in ritiro in preghiera e meditazione. Piuttosto che il carcere a vita scelgono un ergastolo dorato a piacere, e vada bene così.

Ma il punto vero è un altro.

Una chiesa che nasconde nel proprio seno la serpe del crimine più efferato, la pedofilia e l’abuso sessuale, che protegge da sempre questi criminali in gonnella purpurea o talare, che non ha il coraggio di uscire allo scoperto e quando qualcuno lo fa viene osteggiato o raccomandato affinché raggiunga al più presto la casa del Padre, che senso ha una chiesa così nella società di oggi dove già i crimini e i precipizi della malvagità umana hanno raggiunto quasi la perfezione della efferatezza?

Se una istituzione religiosa che dovrebbe fare del vangelo la linea guida della vita dei credenti e dell’uomo in genere, non riesce ad essere punto di riferimento per chi ad essa si rivolge, a cosa serve?

Ma chiudiamo pure baracca e burattini vaticani, chiudiamo pure i seminari, covo recondito di turbe psichiche, e lasciamo crescere spontaneo il seme di senape della fede all’interno di piccole comunità che vogliano rifarsi al vangelo e che sappiano trovare da sole la loro strada di cristianesimo e le guide e i presbiteri adatti alla comunità che li elegge a questo rango.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.