Gv 10,27-30. Nessuno sarà perduto

Dal vangelo secondo Giovanni

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola».     

Le credenziali che Gesù offre ai Giudei, capi e oppressori del popolo, che insistentemente vogliono da lui la conferma del suo essere Messia, non sono giuridiche o teologiche, ma oggettive: nei fatti sono le opere che lui realizza per la crescita e la promozione umana, in cui Gesù continua l’opera creatrice del Padre, essendone l’incarnazione del suo Progetto  sull’umanità. Gv 10,25. Gesù appare per l’ultima volta al Tempio durante la festa della Dedicazione che cadeva a dicembre, ed espone davanti ai Capi la qualità del suo essere Messia. Egli, consacrato dal Padre e unto da lui è il nuovo tempio e come tale si sostituisce a quello della istituzione religiosa. Ed  è  per tale motivo che l’istituzione lo metterà a morte. I Capi  lo attorniano mentre passeggia nel portico di Salomone ( l’evangelista mette così in relazione l’episodio del portico della piscina con il portico del tempio, entrambi luoghi di morte e di oppressione del popolo da parte della istituzione religiosa e della Legge).  Gli chiedono con ostilità fino a quando non li lascerà vivere in pace, continuando ad esercitare il loro potere sul popolo. Questo perché Gesù dando vita e libertà agli oppressi la toglie ai potenti di turno che sull’esercizio del potere basano la loro esistenza. Vogliono e pretendono che Gesù si dichiari Messia atteso dal popolo e dalla tradizione. Ma Gesù è sempre stato un osso duro per i loro denti, non è mai cascato nelle loro trappole e nei loro giochini furbi. Egli non si dichiara mai messia, ma rilancia e risponde loro dicendo che essi non credono alle opere che lui compie in nome del Padre. Sono quelle che lo accreditano come Messia inviato da Dio.  Il quale ha un solo e unico progetto: tutto ciò che favorisce la vita e la libertà dell’uomo garantendone la crescita e la maturazione viene da Dio. E se c’è una Legge che in nome suo impedisce questo progetto, allora quella legge non viene da Dio ma dagli uomini. E nessuna istituzione che governa in nome di quella legge può essere riconosciuta voluta da Dio. I capi della istituzione giudaica non credono alle opere di Gesù perché non fanno parte del gregge  che gli appartiene e che è stato affidato nelle sue mani dal Padre. Siamo noi gregge di Gesù o siamo come i capi dei Giudei che non riconosciamo e non compiamo di conseguenza le opere che ci fanno somiglianti a Dio? Se siamo gregge nessuna potenza, troni o dominazioni potranno strapparci dalle mani a cui siamo stati affidati. Ed essere nelle mani di Gesù equivale essere nelle mani sicure di Dio Padre. Opporsi a Gesù, come i capi, significa essere in opposizione a Dio. Essi lo sanno e non lo tollerano, e per questo lo toglieranno di mezzo come era successo al Battista.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.