Cosa immaginavano quei miseri nelle baracche dei campi di concentramento nazisti, stretti e ammassati tra gli odori della morte e della misera vita che sfuggiva loro davanti gli occhi?
Quale senso di umanità potevano scorgere nei gesti e nelle parole di perfidi aguzzini che da li a poco sarebbero stati i loro carnefici?
A me piacerebbe pensare che nell’animo di qualcuno di questi miseri fosse sorta l’immagine di un campo in fiore, o di un ruscello di montagna, o di uno scorcio di cielo azzurro che potessero rischiarare un solo attimo di quei giorni di tenebra.
Così adesso vorrei immaginare sulle note di questa canzone un mondo unito, dove nessuno più uccida un altro uomo, dove non ci sia nessun inferno simile ai campi di concentramento, dove tutto il mondo sia unito nella pace. Immaginare posso e dobbiamo, perché solo immaginando le utopie si possono realizzare nel mondo i sogni che nutriamo trasformandoli in realtà.
Ricordiamo che il cuore di ogni uomo è un sacrario spirituale incommensurabile, un luogo da cui possono sgorgare i beni più grandi: non dobbiamo permettere a nessuno di sciuparli e violarli.
Sono nostri e dobbiamo coltivarli con amore e letizia, armonia e giustizia.
FARE IL BENE è POSSIBILE, BASTA VOLERLO.
Ricordiamolo sempre nella memoria dei nostri giorni a venire!