Gesù e lo Spirito di Dio

Non esiste altra immagine di Dio che non sia quella manifestata dall’uomo Gesù, che per amore dona la propria vita. Il santuario, dove Dio si nascondeva, non era il tempio di Gerusalemme, ma era Gesù e Gesù crocefisso. La croce è la suprema manifestazione di Dio, di un Dio che stiamo scoprendo non buono, ma esclusivamente buono. È un Dio amore, che desidera soltanto comunicarsi esclusivamente attraverso l’amore e Dio non ha altra maniera per comunicarsi agli uomini che quella dell’amore. Un Dio esclusivamente buono che desidera comunicare con l’uomo, non assorbire l’uomo – il Dio della religione è quello che assorbe, che diminuisce l’uomo – ma per comunicargli la propria energia, la propria capacità di vita.
Se l’uomo, per le sue ragioni esistenziali, si sente indegno, Dio non si ritrae, ma gli comunica abbastanza capacità di vita in modo che questa presunta indegnità dell’uomo, venga eliminata. Il cielo si squarcia, la comunicazione tra Dio e gli uomini è continua e lo Spirito – l’articolo determinativo indica la totalità, cioè la totalità di Dio, la totalità della vita di Dio, della forza di Dio – scende su Gesù.
Notate la delicatezza degli evangelisti, non parlano di Spirito Santo ma di Spirito. Perché su Gesù non scende lo Spirito Santo, ma lo Spirito? Perché, abbiamo detto, che santo era l’attività dello spirito: separare l’uomo dalla sfera del peccato. Su Gesù non c’è questa sfera del peccato, pertanto su Gesù non scende lo Spirito Santo, ma lo Spirito di Dio. Su Gesù scende pienamente tutta la comunicazione della pienezza della vita di Dio. Abbiamo detto che il Figlio dell’uomo è il punto d’incontro tra il massimo dell’umano e la realtà di Dio. Il Figlio dell’uomo è quel luogo dove si fonde l’umano con il divino e diventano una cosa sola. Giovanni, nel suo vangelo, elaborerà questa teologia e parlerà di diventare non – come purtroppo certe traduzioni fanno diventare – una sola cosa con Dio, ma “uno con Dio”, diventare la stessa realtà di Dio. La risposta divina all’impegno di Gesù è la discesa dello Spirito, che unisce la sfera divina con quella umana, Dio con l’uomo. Gesù, da questo momento, è l’uomo-Dio. La decisione di Gesù di dedicarsi pienamente, senza trattenere niente, al bene dell’umanità è quello che attrae irresistibilmente lo Spirito di Dio. Questo è valido per Gesù, ma è valido anche per tutti. Ogni qual volta c’è un’azione a favore degli altri, lì lo Spirito di Dio si sente irresistibilmente attratto, scende e potenzia la persona. Abbiamo visto nel disegno fatto prima, che la traiettoria discendente dello Spirito incontrava quella di Gesù che saliva dall’acqua, si unisce con lui e d’ora in poi la traiettoria dello Spirito e quella di Gesù coincideranno. Gesù, l’uomo su cui è sceso lo Spirito con pienezza, è l’uomo che lo potrà anche comunicare. L’impegno d’amare senza limiti gli uomini porta Gesù al massimo della possibilità umana, lo mette in piena sintonia con quella divina. Gesù è il possessore de ‘lo Spirito’. Ricordate l’articolo determinativo indica la totalità della forza e della vita di Dio e da questo momento risiede su Gesù. Gesù è l’uomo-Dio, l’uomo che ha la stessa vita, la stessa forza di Dio ed è l’uomo che si comporta come Dio. Da questo momento occorre stare attenti alla figura di Gesù per vedere di modificare o cambiare l’idea che uno ha di Dio. Molte immagini di Dio sono create dalla religione, dalle paure, dalle tradizioni dei nonni e bisogna confrontarle con quelle che si vedono in Gesù. In Gesù si manifesta, non un qualcosa della divinità, ma la pienezza della divinità. Tutto quello che non coincide con Gesù dell’ idea di Dio che
sappiamo, va modificata.
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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.