Gesù, dio sceso dal cielo, o frutto del mondo?

Credo si potrebbe anche azzardare una ipotesi o una riflessione. Se Gesù è un frutto di questa terra allora non è dissimile da noi, che siamo frutti come lui. Tutti siamo portatori e incarnazione del progetto di Dio Tutti abbiamo la possibilità di accogliere più o meno in pienezza l’energia creatrice del Padre, che è amore, e tradurla in gesti e azioni di vita. Ciò che caratterizza Gesù è la sua capacità di essersi votato completamente e di essere stato capace di accogliere pienamente, all’azione dello Spirito, cosicché non a frammenti e piccole porzioni limitati dallo spazio e dal tempo come succede a noi, creature limitate, ma totalmente si è aperto alla azione vitale del Padre celeste. Egli è stato cosi la primizia di un albero innestato sull’uomo che ci ha mostrato la via della spiritualizzazione e realizzazione umana, che con il completo dono di sé stessi agli altri, rende visibile la gloria di Dio. Ma questo grande dono che egli ci fa non finisce e non esaurisce i suoi effetti con lui, ma lascia aperte le porte della piena realizzazione e salvezza a tutti gli uomini che si aprono alla accoglienza dell’amore di Dio. Ecco perché ha lasciato detto che “se crederemo faremo opere più grandi delle sue”, perché per l’uomo sono spalancate, purché accolgano lo Spirito, le porte della divinizzazione, che ci restituirà alla originaria somiglianza con Dio: essere come lui spirito d’amore. Questo perché  Il Logos-verbo si incarna in un uomo, Gesù, che è frutto di questa terra, che nasce dal resto di un popolo fedele al progetto originario di Dio, rappresentato dalla giovane-parthenos Maria.  In Lui il Padre si è rivelato, il Verbo ha operato, lo Spirito si è donato. Dio che è puro spirito, che si rivela alle creature donando vita, e le creature sono salvate quando accolgono la sua azione creatrice e la trasmettono agli altri in gesti che comunicano vita, cosi come si caratterizzava l’azione di Gesù. Quindi non un Dio da adorare passivamente in attesa di un ritorno, ma un Dio che chiede di attualizzare la sua azione unica e irripetibile nella realtà e nella storia che ci vede protagonisti attivi e non passivi. La nostra spiritualità cresce nella consapevolezza di essere capaci di accogliere questa azione divina, non certo e non solo nella contemplazione misticheggiante e pia di chi pensa a santificare se stessi e dimenticare il prossimo. E’ nota la storiella della suora che si gloriava che da quando aveva intrapreso un “certo cammino spirituale” non sopportava più le sue consorelle che la distraevano dal suo rapporto con Dio. Questo è un atteggiamento che Gesù condannava, non bisogna innalzarsi per incontrare Dio, ma è Dio che si abbassa ad incontrare l’uomo quando questi riesce a renderne manifesta la sua gloria andando incontro ai bisogni del prossimo ( confessiamo questo nostro principale peccato di egoismo, spesso non dettato da cattiva volontà ma da concreto impedimento).

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.