Dogmi e misteri di fede

Tra dogmi e misteri della fede, del cristianesimo vero si è persa la rotta, e il credente si trova impelagato tra dubbi reali e liturgie vuote a vivere una vita gravata da una cappa di piombo dovuta alla osservanza più dei precetti e della “legge che è parola di uomini”, che non dell’amore di Dio. Sembra che la religione sia  più una fede  dei misteri, che non un insieme di misteri di fede. Dobbiamo pensare sempre storicamente e non acriticamente alle motivazioni che hanno portato alla formulazione dei dogmi. Spesso posti in essere da esigenze di trovare una unità dottrinale su questioni più o meno fondamentali che in precedenza dividevano i teologi e i magisteri del passato. Col dogma si mette un punto fermo, oltrepassato il quale si cade nella eresia, e come tale ci si pone fuori dal magistero che lo formula. La chiesa deve rivederne tanti di questi dogmi a cominciare dal peccato originale che nella attuale formulazione del CCC è un coacervo di contraddizioni che non possono trovare giustificazione nella teodicea dominante o nel valore salvifico della incarnazione. Cosi come il dogma della transustanziazione andrebbe rivisitato e reso più comprensibile e vicino al significato dell’eucarestia nei vangeli. Per me comunque vale sempre la mia coscienza che mi porta ad essere credente nonostante i miracoli e i dogmi. Vale a dire credo nonostante la chiesa me lo renda difficile.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.