Quadro metafisico nel vero senso della parola.
Non perché abbia un significato trascendente, ma perché trasporta al di là di ogni significato della rappresentazione di ciò che contiene, senza darne piena spiegazione e comprensione. Qualsiasi spiegazione andrebbe bene, e mai sarebbe completa. Una enorme testa di Apollo bianca, un guanto da chirurgo rosso, una palla verde. Architetture di portici che richiamano piazze italiane, colori dei 3 oggetti che potrebbero richiamare la bandiera italiana e la nazione allora in guerra, un enorme guanto di plastica rosso da chirurghi, inventato da poco. Forse il ricordo delle sue ferite in guerra in cui venne operato e curato in ospedale. Tutto potrebbe essere, anche la celebrazione di un oggetto inventato da poco e introdotto nel campo medico chirurgico.
Spazi vuoti, desolati, piazze deserte e immense ove le figure si perdono: un Apollo simbolo della perduta bellezza e armonia dell’arte e del nostro sfigurato paese? Chissà… in ogni caso un senso di angoscia e di trepidante emozione colpisce chi sa andare al di là della tela e della superficie dei colori.
De Chirico esprime i sentimenti e le idee con gusto sopraffino ed enigmatico; non si può pretendere di comprendere appieno le sue raffigurazioni, perché c’è sempre il “quid” dell’anima umana che trascende il tempo, lo spazio, la realtà che si raffigura racchiusa tra queste sue manifestazioni che sono solo l’ombra della volontà del pittore.