A chi si sbraccia tanto contro gli immigrati stranieri che tolgono lavoro ai nostri giovani, che dobbiamo chiudere i porti e le città italiane, il rapporto SVIMEZ ricorda loro che che negli ultimi 10 anni sono emigrati dalle regioni italiane del Sud 500 mila giovani fino ai 35 anni. Un dato terribile, se si pensa che molti sono laureati o diplomati, e che si tratta di cervelli n fuga, oltre che di giovani braccia che potrebbero contribuire al PIL nazionale.
Ma la vera difficoltà sta nella mancata crescita e sviluppo economico delle regioni meridionali, che unite al calo della natalità sta vedendo sempre più depauperandosi il nostro patrimonio umano e il nostro carico di risorse.
Diventiamo insomma un paese sempre più vecchio e pensionabile, dove la vera forza lavoro, sia intellettuale che manuale, sta spostando altrove i benefici della propria gioventù e forza lavoro.
E i nostri ministri inveiscono contro gli immigrati, dimenticando che l’Italia sta tornando ad essere uno dei paesi che produce più immigrati in Europa, come lo fu nel ‘900.
Ma stavolta niente valigie di cartone, ma titoli di studio in bella vista e una gioventù che ormai li chiama fuori e lontano dalle zone di origine e dalle loro famiglie.