25 APRILE, il mio però…

Oggi è festa nazionale della Liberazione. Il 25 aprile è una data importante per tutti gli italiani. Ma dovrebbe essere anche una festa personale per ognuno di noi.
Ognuno di noi dovrebbe avere il suo personale 25 aprile da festeggiare. Il mio c’è stato, ho festeggiato  il mio 25 aprile.
Tra una rumorosa strada polverosa in un assolato pomeriggio siculo.
Tra il clacson fastidioso di auto e grida festose di bimbi che invitano a gioire.
E dentro esultavo per essere libero da qualcosa che mi opprimeva.
E mi invogliava ad abbracciare, a stringere mani un tempo lontane.
E mentre i ricordi scorrevano nella mente e nel cuore, con immagini ormai sbiadite dal tempo, il calore delle parole rendevano umano ciò che prima non lo era.
E’ bello quando il gelo si scioglie e il caldo tepore di una parola giusta al momento giusto ti scalda il cuore.
Eppure non ci credevo quasi più, ma è successo.
Bisogna sempre credere alle cose che sembrano irrealizzabili.
Pensare in positivo perché diventa sempre più convincente la tesi che noi siamo quello che pensiamo.
Liberazione, dal negativo, dall’oblio, dal passato che sempre ingombra il nostro presente e rende arduo andare incontro al futuro.
Immagini lontane di momenti di spensierata giovinezza, di avventatezza e puerile iracondia.
Gioiose immagini di matura e sincera riconoscenza adesso hanno preso il posto di quel gelido passato.
Non si possono mai accantonare anni e anni di vicinanza e condivisione solidale.
E tutto ciò così improvviso non poteva che allargarmi il cuore, dilatarne la capacità di riconoscere i meriti altrui e i miei demeriti.
Come sempre faccio con estrema onestà, quando riconosco e rispetto persone che stimo e amo.
E ieri è stata una giornata di liberazione.
E sono felice.
E altri sono felici del mio stato, e lo voglio comunicare.
Perché sono ancora capace di sentimentalismi.
Di abbracciare.
Stringere mani.
Provare calore e affetto.
Umani, siamo essere umani.

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.