VIAGGIO IN ANDALUSIA 1

15589758_1222741251145182_5075477723717271080_n15665849_1222743761144931_3466403429971991402_nNarrare di un tour in una terra passionale e luminosa come la Spagna, in una regione che fa della luce il proprio nome e orgoglio, Andalusia, implica doti di narratore ispirato e illuminato. E’ ardua l’impresa, ma darò il meglio, anche se sarà difficile avvicinarsi allo stile e allo spirito di quei grandi viaggiatori che fecero conoscere l’Europa con i loro scritti, ove narrarono meraviglie ed emozioni dei loro viaggi. „. “Oh mura eccelse, oh torri incoronate | di onore, di maestà, di gagliardia! | Oh grande fiume, re di Andalusia | dalle sabbie nobili quando non dorate!Oh fertile pianura, montagne elevate | che il cielo predilige e il giorno indora! | Oh sempre gloriosa patria mia, | tanto per le penne come per le spade!“ —  Luis de Góngora religioso,
L’Andalusia è simile alla terra siciliana, ove il sole, il mare e l’arte la fanno da padroni assoluti, cosicché la solarità dei paesaggi e le distese marine azzurre richiamano al viaggiatore che conosce bene la Sicilia, molto di questa regione tra le più belle d’Italia. Ma Andalusia è anche altro, sembra che sia li come gioiello incastonato nella corona della Spagna. “La Spagna ha molto da offrire al visitatore: la sensazione di trovarsi d’improvviso in un altro continente; la novità di paesaggi vasti e selvaggi, le memorie – nell’architettura, nei nomi, nelle usanze – della passata dominazione araba; le austere, splendide chiese; le bianche città andaluse simili a zollette di zucchero sparse su colli spogli; processioni, ferias, zingari, torifocosi, cantanti di flamengo.“ —  Robert Littell scrittore e giornalista).
C’è una atmosfera incantata e dolce  che ti prende la sera, quando il sole tarda a tuffarsi nell’Atlantico, che si può ammirare dalla città di Cadice, ove il Mediterraneo sfocia verso quell’oceano che nascose per tanti secoli i suoi segreti e i suoi misteri all’umana genìa. E la dolcezza di questa terra è inscritta persino nella lingua quando parla e proclama le sue pronuncia, quasi seducenti e languide. “Gli andalusi aspirano la s e la confondono nella pronuncia con la c dolce e la z, che gli spagnoli pronunciano come il th inglese. Dalla sola parola señor si può riconoscere un andaluso.“ —  Prosper Mérimée scrittore, storico e archeologo francese).
E quasi a ricordarne ovunque l’importanza che i due grandi mari, l’Oceano e il Mediterraneo rivestono per questa regione, quasi in ogni città andalusa torreggiano colonne binarie, ora tenute da forzute rappresentazioni di Ercole, ora con alle basi due leoni tenuti a guinzaglio, oppure con colonne semplici a ricordare quello che un giorno era vietato varcare: le colonne d’Ercole estremo limite alla conoscenza umana, novello albero della conoscenza che profanato da Adamo veniva riproposto come limite all’uomo da non superare, pena l’ignoto e tutte le sue incognite. Ma l’uomo è fatto per “seguire virtute e canoscenza”, e proprio da queste terre partì l’avventura di Cristoforo Colombo a sfidar l’ignoto e i suoi perigli. E il grande navigatore portoghese è celebrato in ogni dove in Andalusia, da una fantastica scultura nella Cattedrale di Siviglia, a monumenti sparsi nelle varie città spagnole. Chissà perché non c’è nessun mito che metta in relazione il leggendario Ercole coi tori così famosi in questa terra per le corride. Spettacolo ultracentenario e sanguinario questo delle corride, molto amate dagli spagnoli e dai turisti che si spingono a Ronda, la città del burrone, che sembra essere la vera patria della corrida. Questa manifestazione si celebrava quasi come un rito religioso, con i suoi tempi e cadenze, e il toreador è sempre stata una celebrità. Anche se molti lo sono diventati dopo l’incornata mortale ricevuta all’altezza dell’arteria femorale.  Il toro ucciso nell’arena veniva messo a cuocere in pubblico e le carni, dure ma sostanziose, venivano offerti al popolino da sempre voglioso di panem et circenses, e anche carnis in questo caso. Ronda, cittadella curiosa a 1000 metri di altezza, a picco su un burrone che la divide in due, con una Arena che ha visto la sua sabbia calpestata dal grande Dominguin e Ordognez, fieri rivali, grandi toreri che nella plaza de toros erano veri mattatori in ogni senso. Tappa obbligata dei viajeros romanticos, Ronda è antichissima, si pensa risalga ai tempi dei cartaginesi di Amilcare Barca, e le stradine eleganti e assolate paiono gentili come gli abitanti, da sempre abituati alle rumorose comitive di turisti che nel loro sciamare e schiamazzare nulla conservano degli eleganti e silenziosi viaggiatori del fine 1800, i romantici. Chissà se anche Orson Welles che riposa in questa città, per suo espresso desiderio, ogni tanto non tiri una sbuffata seccato, dal suo immancabile sigaro cubano.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.