“Una beata incoerenza.

RIFONDAZIONE DELLA FEDE. VITO MANCUSO.
“Una beata incoerenza.
La soluzione di Agostino di pensare il male come -privatio boni-, come assenza di bene, è la più accreditata all’interno del pensiero cristiano, fatta propria da autorità come Tommaso d’Aquino e Karl Barth. Il male, dice Agostino ( il cui diretto referente polemico è al riguardo il dualismo metafisico manicheo), non è un’altra forma di essere, non c’è un Dio malvagio accanto a un Dio buono; il male è piuttosto una privazione subita dall’essere, un’assenza della pienezza dell’unico essere che viene dall’unico Dio. E fino a questo punto il pensiero agostiniano è del tutto condiviso dall’autore di questo libro. Poi però, rivolgendosi a Dio, Agostino scrive nel libro settimo delle Confessioni: “E in te il male non c’è affatto, non solo in te, ma in tutta la creazione, perché fuori di te non c’è nulla che possa irrompervi e corrompervi l’ordine che tu gli hai imposto”. Qui, nella nozione di ordine legata all’essere, ha origine ciò che rende il pensiero di Agostino sul male non più condivisibile. Stabilito infatti che il male in sé è privazione del bene, la mente non è soddisfatta ma prosegue la sua ricerca chiedendosi perché tale provocazione è resa possibile : chi l’ha voluta? chi l’ha causata? a vantaggio di chi è stata posta? La risposta di Agostino, come anche di Tommaso d’Aquino, è che la privazione subita dal bene (così da renderlo male) è voluta, attraverso il gioco delle cause seconde finalizzate ultimamente alla causa prima, da Dio.E’ Dio a finalizzare l’accadere del male in quanto -privatio boni- verso un incremento del bene complessivo: quel singolo male è avvenuto per produrre un bene ancora maggiore”.

Questo punto di vista delle cose che Agostino adotta è il punto di vista di Dio, dell’assoluto, del necessario, che dovendo regnare sulla natura e sulla storia, ha adottato la teoria secondo la quale chi contempla il tutto il male non esiste. Basta sapersi innalzare al punto giusto e vedere come le ingiustizie scompaiano e tutto è bene e finalizzato ad esso e alla armonia cosmica. Il male diventa quindi il segno di una coscienza bambina, non educata all’assoluto, che non sa vedere il tutto oltre se stessa. Poiché l’unico punto di vista legittimo per il pensiero è quello dell’assoluto, dell’intero, del necessario. Chi guarda la vita e la conosce sa che tutto in essa soffre e gioisce per il fatto stesso di essere. Seguire l’impostazione teologica di Agostino conduce necessariamente a Hegel, e volenti o nolenti, nella soluzione al problema del male la teologia cristiana tradizionale appartiene alla più rigorosa prospettiva monista, nella quale Hegel vede la storia come salvezza, il reale è razionale, questo mondo è il Regno di Dio, il cui nome vero è Spirito del mondo. La prospettiva metafisica cristiana vive di una beata incoerenza, e in essa coltiva le sue aporie, non trovando di meglio per uscirne che rifugiarsi nelle braccia del m i s t e r o.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.