Serafino e la Croce

Apriamo un discorso sulla provvidenza? Vi racconto questa favoletta di origine russa.
In un monastero viveva Serafino, un monaco molto zelante e molto pio, che passava le sue giornate nella meditazione, nella preghiera e nella contemplazione delle piaghe di Gesù Crocifisso.
Un giorno pregò così insistentemente di voler prendere il posto in croce che era di Gesù, che il Crocifisso scese dalla croce e gli propose il cambio.
Però gli impose una condizione: “Ti faccio prendere il mio posto, purché tu stia zitto”.
Serafino accettò, anche perché a stare zitto lui era abituato e non gli sembrava difficile.
Salì sulla croce, e da li vide entrare a breve in chiesa un ricco signore che si inginocchiò a pregare.
Alzandosi, perse una borsa piene di denaro.
Serafino vide la scena, ma non potendo parlare, lo lasciò andare.
Poco dopo entrò un povero uomo, che vedendo la borsa, la prese, ringraziò il Crocifisso e se la mise in tasca.
Dopo poco si accostò un giovanotto, che prima di imbarcarsi andò a pregare per fare un buon viaggio in nave.
Nel mentre entrò il ricco signore coi gendarmi, che denunciò il furto della borsa.
Questi presero il giovane e lo ammanettarono.
Serafino alla vista di quella ingiustizia dalla croce gridò:” E’ innocente!”
I gendarmi vi credettero, non avendo motivo di dubitare del Crocifisso, indagarono meglio e ritrovarono il povero uomo che aveva preso la borsa e lo arrestarono.
La sera Gesù ritornò per rimettersi in croce, ed era scuro in volto.
– “Serafino, ti avevo detto di stare zitto”.
– “Ma Signore, ho rimediato una ingiustizia!”
– ” No Serafino. Hai combinato un bel guaio.
Quel ricco signore con quei soldi stava per compiere un misfatto e io gli feci cadere la borsa. Il povero uomo che l’aveva trovata ne aveva estremo bisogno, e il giovanotto che tu hai fatto liberare, non sarebbe partito se fosse stato arrestato. Adesso sta facendo naufragio in mare e morirà.”

La giustizia degli uomini non è quella di Dio.

 

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.