SERA
. Non è primavera, ma neanche inverno come dovrebbe.
L’aria non punge sulla veranda.
Nostalgia di chissà cosa, ti prende.
Guardo.
Ancor più lontano.
Oltre i monti c’è il mare, non distante.
Da quella parte il sole poco fa è tramontato.
Adesso si vedono luci rette, che non sfumano, ma disegnano delle figure quasi geometriche, precise.
Come se le stesse strade illuminate della città si ripetessero tra l’aria e la terra ad indicarci improbabili e incerti cammini per incontrare l’infinito.
E chissà che non sia proprio unna strada di luce colorata quella che stiamo percorrendo senza accorgercene che si aprirà davanti a noi quando si spegneranno altre flebili luci che ci fanno ombra.
Intanto voglio sognare un mondo lontano.
Che ho intravisto per pochi momenti in certe serate.
Lontane.
O vicine.
Non ricordo.
Ma ne sono certo…