Riflettiamoci su

UN PO‘ DI “STUDIO“ SULLA “RELIGIONE“ CRISTIANA…dopo la morte di Gesù, da Costantino ai giorni d’oggi…interessante sintesi di Gioacchino Lagreca medico (autore di un bel libro “Conoscere per Credere”. (parole e complimenti di un’amica)
Alla morte di Gesù non esiste nessuna comunità nel vero senso della parola, perché i suoi discepoli sono dispersi. Questa si comincia a formare con l’esperienza pasquale della resurrezione, e attorno a questo kerigma si concentrano le prime comunità dell’annuncio. Quindi l’annuncio della resurrezione di questo galileo porta coloro che lo hanno conosciuto o ne hanno sentito parlare a riconoscersi come appartenenti ad una comunità. Comincia la predicazione e circolano i primi scritti, che poi saranno  le lettere di Paolo alle comunità-ecclesia-chiese sparse per l’impero romano. Successivamente saranno i Vangeli, che descrivono delle esperienze di queste chiese-comunità, richiamando alla memoria ciò che era tramandato oralmente su Gesù di Nazaret. La definizione di cristianesimo è successiva a queste esperienze primitive, perché qualsiasi processo formativo specie se fondato sulla fede e non su eventi prettamente storici, non può autodefinirsi da sé  stesso, ma aspetta il riconoscimento storico fondato su fatti reali. E questi fatti reali non tardano ad avverarsi con i primi concili e i primi riconoscimenti come evento religioso e sociale che tanta influenza avrà nel corso della storia da quel momento  a venire.

Dopo pochi secoli il Cristianesimo diventa religione di stato, Costantino mette fine alle persecuzioni, e il kerigma da annunciato comincia ad essere imposto.
Come la storia dell’umanità vede accumularsi addosso a sé il peso degli errori delle generazioni precedenti, quello che sarebbe il vero peccato originale, così la Chiesa comincia ad accumulare su sé stessa e la sua storia errori su errori, che falsano il messaggio vero del vangelo.
Si succedono concili di vescovi e papi che in nome di interessi particolari di potere, e non di fede, varano dogmi e costruiscono teologie su misura per mantenere potere e controllo sulla eredità costantiniana della parte temporale e materiale del mondo, trascurandone spesso la parte spirituale.
Questa resta affidata a pochi prescelti dello spirito che mettono in gioco persino la loro esistenza per affermare le verità evangeliche, e anche in questo caso la cupidigia di mammona qualche volta ha la meglio, e si volge il pensiero retto dei dottori e dei santi all’interesse storico del momento che la Chiesa vive.
La fede e il messaggio non più vissuti e interpretati rettamente diventano ideologia, spesso sanguinaria, spesso violenta, sicuramente malvagia quando mette a morte degli uomini in nome di un Dio sconosciuto ai più.
Si succedono gli scismi e le divisioni, si spartiscono competenze territoriali e mondane sotto la parvenza dell’unicità della Chiesa di Pietro, si combatte l’eresia e il paganesimo con armi pagane e violente, si istituiscono torture e tribunali, si bruciano libri e sapere, si mette al bando dallo studio persino la Sacra Scrittura dopo averla bandita e scacciata dai cuori dei credenti e delle persone comuni.
Si proclama l’eterna inimicizia con la scienza, con l’Illuminismo, la laicità e col positivismo moderno; si accumula un ritardo nei confronti della società civile difficilmente colmabile in tempi brevi. Il peccato d’origine della chiesa grava come un pesante fardello sulla sua storia, occorre tutta la forza dello Spirito per portare alla luce uomini e donne che sapessero venire alla verità del vangelo e sconfiggere queste tenebre di oscurità che avvolge la Chiesa e il mondo.
Non sono sufficienti i concili di Trento e il Vaticano I, i dogmi del Purgatorio e le indulgenze, l’infallibilità del papa e l’Assunzione e l’Immacolata concezione, così come i Patti lateranensi con il dittatore Mussolini.
Solo un papa comune e semplice seppe cancellare questo peccato originale, battezzando in Spirito la chiesa che rinasceva dalle sue ceneri, e la riappacifica col mondo e con la società civile, convocando il Concilio Vaticano 2°, restituendole un ruolo di guida spirituale smarrito in secoli trascorsi a guerreggiare nel mondo.
Adesso libera da questo fardello, la Chiesa deve battersi per la nuova evangelizzazione, che non sia un ritorno al passato ma un proporre la sua fondamentale teologia e il vangelo nelle forme nuove del linguaggio moderno che è necessario per farsi capire dal mondo di oggi, un processo che chiama ad attualizzare la Sacra Scrittura e il messaggio dello Spirito senza paura di relativizzare.
Non si chiede un cambio della dottrina e del contenuto evangelico, quanto un adeguamento alle forme che richiedono le nuove concezioni scientifiche e le nuove conoscenze fisiche e umanistiche.
Vedere con gli occhi dello Spirito, tutte le cose nuove fatte da lui con occhi rinnovati e liberi, ben sapendo che una teologia e una religione che non sono funzionali alla vita sono ben poca cosa rispetto a tutto quello che ha combinato 2000 anni fa un uomo della povera Galilea.
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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.